Francia, il volto nuovo dei socialisti la scelta “antirazzista” di Hollande
PARIGI – Da ieri c’è un volto nuovo nel panorama politico europeo: Harlem Désir è stato designato alla guida del Partito socialista per rimpiazzare Martine Aubry, che lascerà l’incarico al congresso di fine ottobre. Désir è praticamente sconosciuto fuori dei confini nazionali, malgrado una militanza politica ormai trentennale e il suo ruolo di primo presidente di Sos Racisme, l’associazione fondata negli anni ‘80 da giovani militanti vicini al Ps. Padre martinichese e madre alsaziana, il neo-segretario è anche uno dei rari leader europei a rappresentare quella diversità così poco presa in conto nei nostri parlamenti e nei nostri movimenti politici. In Francia, è un fatto passato inosservato, poiché gli antillesi sono francesi da secoli (i primi coloni transalpini arrivarono nel Seicento). Ma gli esempi europei sono scarsi e solo in Germania si trovano due casi di rilievo: Philip R sler, di origini vietnamite, è presidente del Partito liberale (nonché vice-cancelliere), mentre i Verdi sono guidati da Cem Zdemir, ribatezzato «lo svevo dell’Anatolia» per le sue origini turche. Per il resto, il mondo politico del Vecchio Continente è ben poco aperto alle sue minoranze: Oltralpe, solo l’attuale governo ha promosso, più di altri, i figli degli immigrati.
Désir, tuttavia, non è un immigrato, essendo nato a Parigi nel 1959. È un uomo di apparato, cresciuto nell’ombra dopo l’avventura, molto mediatica, di Sos Racisme. La Aubry e il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, avrebbero preferito vedere alla guida del Ps Jean-Christophe Cambadélis, l’ex luogotenente di Dominque Strauss-Kahn. Ma i fedelissimi di Hollande (e a quanto pare anche lo stesso presidente) hanno invece voluto Désir, considerato più malleabile e soprattutto incapace di far ombra ai principali leader del partito. Una scelta che dovrà essere ratificata dai militanti il 18 ottobre in vista del congresso, che si terrà una settimana dopo.
Sconfitta alle primarie dell’anno scorso e scartata da Hollande per la guida del governo, Martine Aubry si farà da parte. È stata leale con il neo-presidente, ma l’abito da leader di partito le sta stretto. Per il momento, si limiterà al suo mandato di sindaco di Lilla, anche se nessuno crede che abbia rinunciato ad ambizioni più alte.
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