by Sergio Segio | 9 Settembre 2012 8:36
NEW YORK — Effetto Convention. Barack Obama vola ai livelli di gradimento più alti dalla morte di Bin Laden e straccia il rivale Mitt Romney nei numeri degli ascolti tv: per non parlare delle citazioni su Facebook (più 119%) e Twitter (53mila tweet al minuto contro 28mila). Per il presidente impegnato nella rielezione più difficile degli ultimi vent’anni è la conferma che il confronto diretto paga. E per questo l’attenzione adesso si sposta sulla prossima sfida: i duelli tv. Dove il primo nero a sedere alla Casa Bianca ha scelto come sparring partner un distinto signore bianco che si presenta, si muove e parla proprio come il nemico Mitt — e lui stesso si candidò alla presidenza: John Kerry. La sfida tv si infiammerà il 3 ottobre: a Denver Obama e Romney incroceranno le armi sul tema più scottante, la politica interna e l’economia. La rivincita il 16 a Hempsteaad, New York, poi la “bella” il 22 a Boca Raton, Florida, uno degli stati che decideranno l’elezione, dove il presidente e lo sfidante affronteranno il tema in cui Barack è a più agio: la politica estera e la sicurezza. Proprio l’uccisione di Osama Bin Laden è stato il punto più alto del
gradimento di Obama negli ultimi due anni: 53 %. Il presidente che dopo la valanga del 2008 aveva superato nei sondaggi anche il 60 % è stato poi travolto, si sa, dai dati mai confortanti sull’occupazione: fino a scendere sotto il 50%.
La ripresa è avvenuta proprio nei giorni della Convention: 52%, 3 punti in più. Ottimi anche i risultati tv. Con 35.7 milioni di telespettatori Obama ha superato il discorso di Romney. Neppure il traino — come si dice nel linguaggio tv — di un divo da Oscar come Clint Eastwood ha permesso al miliardario di comprarsi
più audience: 30.3 milioni. Naturalmente i soliti criticoni fanno notare che 4 anni fa, all’apice della Obamamania, il discorso d’accettazione dell’investitura alla Convention proprio di Denver — oggi sede del primo dibattito tv — conquistò più di 40 milioni di spettatori: ma cosa volete di più da un presidente che aveva perso quasi un quarto dei suoi consensi, scendendo dal 60 e passa al 38 % dell’ottobre scorso?
La verità è che la gara finora è “too close to call”, come spiegano i sondaggisti di Gallup con gli ultimi dati, rievocando l’incubo del fotofinish tra George W. Bush e Al Gore. Too close to call: troppo stretta per dichiarare un vincitore. Sì, nella corsa vera e propria a due Obama centra il 48 per cento e Romney il 45. Tre punti di separazione. Peccato che proprio di 3 punti sia però anche quello che gli statistici chiamano margine d’errore.
Ecco perché davvero i dibattiti saranno decisivi. L’Obama di Romney, che ha trascorso tutta la settimana ad allenarsi in Florida, sarà impersonato da Rob Portnam: e già questo porta bene — il senatore interpretò Barack anche per il poi sconfitto John Mc-Cain. Dice invece al
Washington Post lo stratega democratico Bob Shrum che Kerry «rischia di dimostrarsi un Romney ancora migliore di Romney. E sarà ancora meglio». L’effetto Convention ha funzionato: tutti già sintonizzati sull’effetto tv.
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