Effetto Charlotte, adesso Obama vola Mitt Romney è indietro di sei punti

Loading

Charlotte, insomma, batte Tampa 6 a 0. Perché alla vigilia delle kermesse i duellanti erano fotografati al fotofinish col 48 per cento per ciascuno secondo gli stessi sondaggisti di Cnn/Orc International Poll. Un sondaggio isolato? Per niente. Anche Gallup dà  Obama in vantaggio malgrado di un punto in meno: 49 a 44 per cento. E perfino Scott Rasmussen, il sondaggista della destra e però accreditatissimo da quando è stato l’unico a prevedere il successo dei Tea Party, dà  Barack al 50 per cento che stacca di 5 punti Mitt al 45.
Per il presidente è più di una boccata d’ossigeno. La stima arriva all’indomani dei disastrosi dati sul lavoro, 96mila posti aggiunti invece dei 139mila al mese di media dall’inizio dell’anno. E invece i numeri del sondaggio sono confortanti due volte. Perché i 6 gradi di separazione sono il doppio esatto dei 3 punti di margine di errore. E perché arrivano proprio mentre nella campagna s’affaccia lo spettro dell’impasse. I duellanti sarebero così vicini che ci si gioca tutto su una manciata dei voti: come ai tempi di George W. Bush e Al Gore. Mica per niente i repubblicani hanno ordito una serie di trappole che rischiano di tenere lontani milioni di democratici dal voto: richiedendo per esempio la carta d’identità  che soprattutto i più poveri (che votano Obama) non hanno. E così ora è tutto un fiorire di battaglie legali che dalla Pennsylvania all’Ohio possono determinare i risultati dell’intera nazione.
Per ora, però, è davvero l’effetto Convention a fare da volano. Uno stratega democratico ammette sempre allla Cnn che “arrivare secondi in questo caso paga”: l’ultima immagine tv che gli americani hanno in mente è quella della diretta da Charlotte e non da Tampa. Ma è pur vero che l’audience democratica è più galvanizzabile e unita intorno al suo leader di quella dei repubblicani dai tanti micropartiti – Tea-Party, Romney, libertari alla Ron Paul, etc: il 59 per cento dei Dems contro il 57 dei Reps si sente infatti pronto a sfidarsi al voto. Di più. Dopo Tampa, Romney era salito al 53 per cento di gradimento: dopo Charlotte è ridisceso al 48.
Ma il dato che sorprende di più è quello sul programma. Prima della sua Convention il 45 per cento pensa che Romney ha il piano giusto: chi si fida di Obama è fermo al 39 per cento. Arriva Tampa e malgrado gli slogan dei 12 milioni di posti di lavoro in cinque anni gli americani non si fidano più e la percentuale si inverte: Obama 45 per cento con Romney al 39. E sapete che cosa vuol dire tutto questo? Gli esperti sono concordi: quando si va al confronto Obama vince. E a ottobre si rilancia: chissà  che effetto con i duelli in tv.


Related Articles

Gaza. Israele accelera l’offensiva con un massacro a Shate

Loading

Decine di civili uccisi nel campo profughi e a Tuffah. Preso di mira un leader di Hamas. Anche la Croce rossa sotto attacco a Mawasi. Cuba appoggia il procedimento per genocidio contro Tel Aviv alla Corte internazionale di Giustizia

Catalogna: sciopero generale contro la repressione

Loading

decine di manifestazioni spontanee in tutta la Catalogna, strade e autostrade bloccate, la maggior parte dei negozi, uffici e musei chiusi, trasporti al minimo

Mouin Rabbani: «I Saud aggressivi perché sanno di avere l’appoggio di Trump»

Loading

Intervista. L’analista arabo Mouin Rabbani: «la campagna di arresti in corso a Riyadh potrebbe significare che si stanno modificando i metodi per la conquista e l’esercizio dell’autorità in Arabia saudita».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment