Due delibere per moltiplicare i milioni Il governatore sapeva dei soldi ai partiti
ROMA — Gli aumenti di fondi per i partiti hanno sempre ottenuto il via libera della giunta della Regione Lazio. E dunque Renata Polverini non poteva non sapere, come invece ha sostenuto in questi giorni, che gli stanziamenti destinati al funzionamento dei gruppi fossero lievitati da un milione di euro a quattordici milioni di euro in appena due anni. La prova è in due «determinazioni» che sono state approvate nel 2011 e hanno elargito complessivamente otto milioni e centomila euro. Quel fiume di denaro arrivato ai consiglieri era dunque il frutto di una procedura che vedeva marciare insieme la giunta e il consiglio guidato da Mario Abbruzzese, senza controlli e soprattutto senza che ci fossero obiezioni a fronte di una lievitazione di costi che stava prosciugando le casse. E non solo a loro. Tra i contributi concessi dalla giunta c’è anche quello a una società di Lorenzo Cesa, il segretario dell’Udc.
I controlli affidati al Nucleo valutario fanno emergere i conteggi di quanto ogni consigliere aveva speso per soddisfare esigenze che poco o nulla avevano a che fare con l’attività politica. La prima relazione è stata consegnata ieri al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al sostituto Alberto Pioletti che accusano di peculato l’ex capogruppo Franco Fiorito. Le loro verifiche procedono in parallelo con quelle disposte dai pubblici ministeri di Viterbo su una decina di fatture presentate da Francesco Battistoni e risultate contraffatte. Ieri Fiorito è stato interrogato come testimone e ha chiarito che «i soldi pagati sono quelli che risultavano nei documenti originali».
Il doppio stanziamento
La proposta numero 3729 porta la data del 24 febbraio 2011. Nella premessa firmata da Luca Fegatelli direttore del Dipartimento Istituzionale e Territorio, che dipende dalla governatrice, si ricorda come «il consiglio regionale comunica al presidente della giunta regionale i fabbisogni di spesa del consiglio». Si decide così che per il «funzionamento dei Gruppi siano necessari 5 milioni e 400 mila euro». E il 28 marzo successivo viene firmato il provvedimento per l’elargizione del denaro. Una somma evidentemente insufficiente, come si è visto in questi giorni. E infatti nove mesi dopo si decide di attingere nuovamente alle casse.
La relazione predisposta da Fegatelli è la numero 23569 del 5 dicembre 2011. Questa volta nelle motivazioni si ricorda che «il consiglio regionale, nell’ambito della propria autonomia funzionale prevista dallo Statuto, ha un proprio bilancio la cui formazione, gestione e rendicontazione sono disciplinate dal regolamento interno». Ma viene anche sottolineata l’esistenza della legge regionale che prevede come «il consiglio regionale comunica al presidente della giunta i fabbisogni di spesa del consiglio».
Ed è proprio a questa norma che evidentemente si fa ricorso per concedere altri soldi. Due settimane dopo, il 21 dicembre, viene così deciso di erogare ulteriori fondi per un totale di 2 milioni e 700 mila euro.
L’accordo con Abbruzzese
Come mai, nonostante il consiglio avesse già autonomamente provveduto a far lievitare gli stanziamenti previsti, la giunta autorizzò la concessione di quelle risorse? Appare evidente che, quando si trattava di ottenere più soldi per le proprie spese, fossero tutti d’accordo. E infatti le cinque delibere dell’ufficio di presidenza del consiglio sono state votate all’unanimità , dunque anche dal Partito democratico e dall’Italia dei valori che sono all’opposizione. Ma c’è di più: gli organi che avrebbero dovuto controllare le procedure non hanno mai avanzato alcuna obiezione o rilievo. E lo dimostra la relazione dal presidente Mario Abbruzzese di una settimana fa quando, nel tentativo di rimanere tutti in carica, è stata votata la delibera che «azzerava l’erogazione dei fondi ai gruppi».
Scrive Abbruzzese: «C’è da evidenziare sia per il 2010 che per il 2011, che a fine anno l’ufficio di presidenza, con apposita deliberazione, approva la proposta di rendiconto del bilancio del consiglio. Tale proposta, dopo aver ottenuto il parere del «Co.re.co.co» (Comitato regionale di controllo dei conti) viene esaminata dalla Commissione Bilancio per il parere (che è stato positivo come quello del Co.re.co.co) e quindi approvata dal consiglio regionale con apposita delibera. Le relative risultanze confluiscono poi nel rendiconto generale di bilancio della Regione Lazio che è approvato con legge regionale. Dunque, con l’approvazione senza rilievi di entrambi i rendiconti — 2010 e 2011 — è confermata la regolarità della procedura di assegnazione ed erogazione».
I 38 bonifici esteri
Per i politici era dunque tutto regolare. Adesso sarà la magistratura a dover stabilire se sia davvero così. A Fiorito si contesta di aver sottratto illecitamente circa un milione e centomila euro. Una parte dei soldi era stata trasferita dai conti del Pdl ai suoi depositi personali aperti in Italia. Un’altra è finita all’estero. Secondo le ultime verifiche in appena tra mesi — dal 21 marzo 2012 al 2 luglio successivo — ha effettuato 38 bonifici verso la Spagna per un totale di 243.058 euro.
«Non ho rubato nulla — ripete l’ex capogruppo — ma se ho sbagliato sono pronto a restituire i 400 mila euro che sono tuttora su banche straniere». Tra le operazioni “sospette” ci sono tre accrediti effettuati in favore di Mireille Lucy Rejior che dovrebbe essere la persona delegata a occuparsi delle due ville che il politico possiede a Tenerife. «Quando l’esame della documentazione contabile sarà terminato — spiega il legale Carlo Taormina —, si comprenderà che Fiorito ha sempre seguito le regole».
L’Udc e l’Auditorium
I primi soldi sono arrivati quando il presidente della giunta era Piero Marrazzo. E finora nulla è cambiato. Tra i destinatari dei contributi c’è la società «I Borghi srl» che gestisce le attività culturali dell’Auditorium della Conciliazione a Roma. Il segretario dell’Udc e suo figlio Matteo detengono la metà delle quote dell’azienda e sin dal 2006 hanno potuto contare sui soldi che arrivavano dalla Regione Lazio.
Nel 2006 (giunta Marrazzo) arrivano 260 mila euro. Nel 2008, ancora col centrosinistra al governo regionale, altri 150 mila euro. Nel 2009 i finanziamenti sono due: 119 mila la prima volta e un milione e 80 mila euro quella successiva. Presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato della società è stato dal 2007 al 2010 il capogruppo Udc alla Pisana Francesco Carducci Artenisio, già assessore alle politiche del Turismo e ai grandi eventi con Francesco Rutelli sindaco della Capitale, che adesso dichiara: «Mi sono dimesso da ogni incarico e ho venduto le mie quote appena sono entrato in Regione. Svolgevo quel ruolo da privato cittadino. Abbiamo preso fondi dalla Regione come dal Comune, ma sono andati diminuendo negli anni».
Fiorenza Sarzanini
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