Dalla luce ai telefoni, il mercato fa flop “Cambiare operatore ormai è una stangata”

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SECONDO un’indagine del sito specializzato sostariffe. it ci vogliono dai 40 ai 50 euro per cambiare un operatore Adsl e dai 60 ai 78 euro per cessare definitivamente il servizio. Un costo che incide per il 10% sul risparmio che si avrebbe nel primo anno scegliendo il gestore più conveniente. Un peso importante se si considera che il 35% dei clienti migra proprio per risparmiare. Tanti sono ancora i casi, soprattutto nella telefonia fissa, in cui non viene rispettata l’offerta proposta e quando si decide di rescindere il contratto iniziano i guai, con conguagli inesistenti e spese ingiustificate. L’Agcom, garante delle Comunicazioni, conferma che le denunce per problemi nel passaggio di operatore sono in aumento (784 su 3.224, pari al 24%); l’altra motivazione principale riguarda problematiche legate al contratto in sé (1.046, pari al 32,4%).
E non va meglio nel settore dell’energia. Continua il pellegrinaggio di agenti che bussano alle case di anziani sottoponendo contratti di fornitura con risparmi favolosi, carpendo la firma per il trattamento dei dati personali. Dopodiché l’anziano imbrogliato si vede recapitare una doppia bolletta. Ma c’è anche chi continua a trovare difficoltà  nel cambio di operatore perché il precedente, di solito ex-monopolista, non rilascia l’ultima lettura. Succede di vedersi arrivare bollette stratosferiche a un anno dalla richiesta di trasferimento. Molti si rivolgono alle associazioni di consumatori, come Cittadinanzattiva, che ha da poco pubblicato la XII Relazione Pit (Progetto integrato di tutela) sulla base delle 8.600 segnalazioni pervenute, che evidenzia l’incremento delle pratiche commerciali illecite e aggressive. Maglia nera alle tlc (22% delle segnalazioni nel 2011, erano il 21% nel 2010), seguite dall’energia (17% nel 2011, nel 2010 erano il 16%). Nel primo campo i consumatori lamentano di non riuscire a disdire un contratto di telefonia fissa (25%) e a cambiare operatore (24%). Nel mobile la situazione non migliora, con il 18% delle segnalazioni, di cui il 23% sulla difficoltà  di cambio operatore. Nei servizi energetici la bolletta è il primo problema (40-41%), il cambio operatore il secondo (17% nell’elettricità  e 21 nel gas).
«A cinque anni dalla completa apertura del mercato elettrico alla concorrenza, oltre 5,7 milioni di famiglie hanno cambiato venditore » dice Paolo Vigevano, presidente e ad di Acquirente Unico, il garante della fornitura di energia elettrica a famiglie e piccole imprese. Nel settore del gas, invece, la strada è ancora lunga: «A fine
2011 solo il 13% delle famiglie era fornita di gas naturale a condizioni di mercato diverse da quelle di tutela». Intanto l’Autorità  per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) ha
avviato l’implementazione del Sistema informativo integrato per facilitare il dialogo tra distributori e venditori e velocizzare le procedure di cambio gestore. È inoltre attivo il numero verde dello Sportello del consumatore (800.166.654) a cui segnalare disservizi e truffe. Le società  scorrette saranno inserite in una “lista nera”, da pubblicare sul sito dell’Aeeg. Da un’indagine avviata dal Garante sono infatti ancora troppe le cose che non vanno: in tre anni lo Sportello ha gestito quasi 1,4 milioni di chiamate, contribuendo a risolvere oltre 65mila reclami e a rimborsare circa 300mila euro al mese per importi non dovuti e indennizzi.
E anche l’Antitrust è sul piede di guerra. Dal 2008 ha chiuso una decina di procedimenti sanzionatori per un totale di 1.760.000 euro (1.250.000 per la telefonia fissa e 510.000 per la telefonia mobile). «Casi di comportamenti scorretti nei confronti dei consumatori con difficoltà  nello switch o con offerte per tenersi il cliente poi non mantenute» dicono dall’Autority. Per l’energia sono sei i casi con multe, per un totale di 2.605.000 euro. «Si tratta di attivazioni non richieste e impossibilità  di tornare velocemente al fornitore precedente, comunicazione poco chiara che l’offerta era per il mercato libero e non per quello vincolato». Denunciare serve. Solo così si accelera la concorrenza.


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