by Sergio Segio | 30 Settembre 2012 6:50
ROMA — Nemmeno il tempo di gioire per lo scoop. Quattro giornalisti italiani sono stati arrestati venerdì dalla polizia cubana a Camaguey subito dopo essere usciti dalla casa di Reiver Laborde Rico, sospettato con la sorella Lisandra di aver massacrato i coniugi Burgato a Lignano Sabbiadoro. L’autorità migratoria di Cuba li ha espulsi dal paese, perché i quattro reporter sono entrati con un visto turistico, nascondendo il reale obiettivo del viaggio.
L’inviata di Mediaset, Ilaria Cavo, il suo cameraman Fabio Tricarico, il cronista del Messaggero Veneto, Domenico Pecile e il fotoreporter del Corriere della Sera, Stefano Cavicchi, erano atterrati all’Avana mercoledì. Venerdì, intorno alle 9 ora locale, hanno individuato la casa di Reiver, riuscendo poi a intervistarlo e fotografarlo. «Era insieme alla moglie e alla figlia nata ad agosto — ha raccontato Cavicchi — ha negato ogni coinvolgimento, suo e della sorella, nel duplice omicidio. Quando sono uscito dal suo appartamento sei agenti in borghese mi si sono scagliati addosso. Solo in macchina mi hanno detto che erano dell’Ufficio Immigrazione.
Ci hanno preso il passaporto e cancellato le foto, più tardi ci hanno tolto anche i telefoni ». Domenico Pecile ha fatto in tempo a inviare l’intervista al Messaggero Veneto,
pubblicata sul sito. Anche la videocassetta con l’intervista fatta da Ilaria Cavo è stata sequestrata.
È stata proprio l’inviata di Mediaset a dare l’allarme raccontando al compagno cosa stava accadendo via sms, intorno alle 22 di venerdì (le 16 a Cuba). Dopodiché i quattro sono stati interrogati per quasi dodici ore in un palazzo del ministero dell’Interno a Camaguay. Solo a notte fonda sono stati liberati, con l’ordine però di non lasciare il paese. Cavicchi è stato portato in un hotel, gli altri tre in una casa particular.
«Ci hanno trattato in modo dignitoso — ha raccontato in quel momento Ilaria Cavo al compagno, attraverso il cellulare di Cavicchi — siamo stanchi e un po’ inquieti, ma non siamo stati arrestati».
Davanti all’Autorità migratoria di Camaguey si è tenuta ieri una lunga udienza di carattere amministrativo (smentite le voci di un processo per direttissima, riservato ai reati penali) nella quale hanno dovuto spiegare, uno alla volta, perché si trovavano a Cuba con un visto turistico e non di lavoro. Alla fine l’autorità cubana ha deciso per l’espulsione, i quattro giornalisti sono stati scortati dalla polizia fino all’aeroporto all’Avana. Arriveranno in Italia nelle prossime
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