by Sergio Segio | 12 Settembre 2012 9:47
“La lontananza dei cattolici dalla politica si evince anche dalla scarsa propensione all’impegno diretto (15% contro il 30% del campione)”, si legge. “Interrogati sul dopo Monti, la maggioranza degli italiani propende per la riproposizione di un governo tecnico (23%) accompagnato da una grande coalizione (27%)”. Le Acli commentano: “I governi di parte, centro-sinistra e centro-destra, riscuotono cosi’ come sono assai poca fiducia tra gli italiani. La politica dei contenitori, delle vecchie formule, non ha piu’ presa sui cittadini, che mostrano di volere governi competenti e non litigiosi, orientati al bene comune”.
“Senza segnali visibili e credibili di cambiamento qualsiasi alleanza o proposta politica si rivela inutile e velleitaria”, sottolinea il presidente delle Acli Andrea Olivero. “La propensione all’astensionismo- continua – tra i cattolici praticanti e’ piu’ alta rispetto al resto dei cittadini. Non serve un partito cattolico, ma un salto di qualita’ nella presenza dei cattolici in politica, a cui i cittadini chiedono piu’ onesta’ e piu’ attenzione a lavoro, famiglia e poveri”.
“Inimmaginabile che i partiti non tengano conto di questa esigenza radicale di cambiamento. L’offerta politica attuale e’ evidentemente insufficiente. Non servono operazioni di maquillage, non bastano cambi di nome”, commentano le Acli. “E’ necessario lanciare segnali concreti di rinnovamento delle classi dirigenti, della modalita’ stessa di fare politica e di costruire il rapporto con cittadini e societa’ civile, a partire dalla riforma della legge elettorale e dalla trasparenza nel finanziamento dei partiti”.(DIRE)
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