Caso Lazio, le scuse della Polverini “Ora i tagli, basta ostriche e champagne”
ROMA — «Se dobbiamo andare a casa, ci andiamo oggi. E senza rete». Inizia così e finisce con un ultimatum a tempo: una settimana per approvare i tagli ai costi del consiglio regionale del Lazio proposti senza margini di trattativa da Renata Polverini. «L’antipolitica siamo noi, se non cambiamo ». Non a caso il governo non esclude il decreto per tagliare i costi della politica. Nel pieno dello scandalo Fiorito, la governatrice si presenta alla Pisana per dire la sua sulla vicenda che ha portato, 900 giorni dopo la sua elezione, la sua giunta a un passo dalla caduta. «Questa è una catastrofe politica. Ci siamo sfracellati come la Concordia». Anzi, peggio: «È come l’alluvione di Firenze». In un discorso di 38 minuti, l’ex sindacalista Ugl alza la voce, scandisce le parole, usa metafore e chiede scusa una decina di volte: ai cittadini del Lazio, agli italiani, alla “buona” politica, alla sua famiglia. «Io non mi voglio vergognare di uscire di casa, voglio guardare la gente in faccia. Non ci sto a passare per la Regione che riempie i giornali con ostriche e champagne».
Ma oggi è lei al centro dell’attenzione, per uno show down sapientemente preparato. Sa di avere addosso gli occhi di mezza Italia, in un consiglio regionale mai così pieno, con più di 100 giornalisti accreditati. Polverini parla mentre, dall’altra parte della città , in procura, i magistrati che hanno aperto il fascicolo su Franco Fiorito ascoltano i segretari del gruppo nella precedente gestione, Pierluigi Boschi e Bruno Galassi. L’obiettivo è scoprire se l’ex capogruppo si è arricchito da solo o se dietro i 109 auto bonifici c’è una sorta di associazione a delinquere. La notizia di ieri è un nuovo conto sul quale affluivano i soldi del gruppo Pdl intestato ad una donna.
Intanto, alla Pisana torna nuovamente la Guardia di Finanza per far visita al Coreco, il comitato di controllo contabile, per acquisire i bilanci del gruppo Pdl. In aula la governatrice parla di sé, della malattia, dell’operazione che ha subito a fine agosto alla tiroide e dice: «I tumori che stanno qui dentro, come nella mia gola, vanno estirpati oggi». Poi elenca le sue misure “prendere o lasciare”: dimezzamento delle commissioni consiliari (erano 19, un record in Italia, diventeranno 8), via la metà del contributo fisso ai consiglieri per il rapporto eletto/elettore (da 4.190 a 2.095), taglio delle auto blu per i presidenti di commissione e scioglimento dei monogruppi. Ma, soprattutto, l’azzeramento dei contributi destinati alle attività dei gruppi il cui uso «abnorme», afferma la Polverini, ha fatto esplodere lo scandalo. «Una vicenda che mi ha disgustato», spiega la presidente prima di quantificare gli effetti dei suoi tagli: 20 milioni entro il 2011, 28 a regime.
Mancano le misure sulla sua giunta e sui vitalizi agli assessori esterni (che lei ha voluto reintrodurre) ma alla maggioranza va bene così. L’opposizione presenta e vota un suo ordine del giorno con tagli più profondi ma viene respinto. Al consiglio il compito di approvare, entro una settimana questo pacchetto.
Poi si vedrà . Perché sul fronte politico resta ancora in piedi il nodo del capogruppo Pdl, con la governatrice che vuole a tutti i costi la testa di Francesco Battistoni. Salvo poi dichiarare: «Sul capogruppo decidono i vertici nazionali». Il pressing di Angelino Alfano è forte, nelle prossime ore si vedrà l’effetto, probabile il passo indietro.
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