Casini: Monti bis Alfano non ci sta: allora si candidi

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CERNOBBIO — Dal forum Ambrosetti di Villa D’Este, col suo concentrato di imprenditori ed economisti corredato di sondaggi, alla festa dell’Udc di Chianciano cresce la voglia di un Monti-bis che vada oltre la scadenza elettorale della prossima primavera. Ma questa prospettiva divide in modo asimmetrico la maggioranza politica che sorregge il governo dei tecnici. Sia il Pdl che il Pd, anche se con sfumature molto diverse, vogliono giocarsi la carta delle urne mentre per il leader dell’Unione di centro Pier Ferdinando Casini «dopo Monti c’è Monti, il cammino non va interrotto, la strada è ancora lunga, coraggio incamminiamoci». Dopo aver lanciato l’attuale premier l’ex presidente della Camera, chiudendo la tre giorni di Chianciano Terme dove ha cambiato il simbolo del partito e ha invitato a raccogliere l’eredità  del governo, rompe anche con il segretario del Pd Pierluigi Bersani sulle preferenze accusandolo di non voler modificare il Porcellum.
Il primo a prendere le distanze dal Monti-bis è il segretario del Pdl Angelino Alfano. Conversando con la stampa proprio sul fronte Lago di Villa d’Este, per il delfino (pro tempore) del Cavaliere «se qualcuno vuole ancora Monti alla guida del governo dovrà  trovare il suo nome sulla scheda perché il sale della democrazia sta nel fatto che governa chi vince le elezioni». Alfano ha appena ricevuto grandi elogi sulla sua lealtà  dallo stesso Monti nel discorso di chiusura, ma non può esprimersi diversamente visto che la candidatura di Silvio Berlusconi alla guida di una nuova coalizione di centro destra è ormai più che probabile. «Credo che si presenterà », ammette Alfano precisando meglio che «dalle prossime elezioni non si potrà  prescindere a meno che non decidiamo di sospenderle». Anche il Partito democratico, pur riconoscendo a Monti tutti i meriti possibili, non vuol rinunciare a prescindere dal proprio ruolo e dal proprio programma. Lo ha detto il vicepresidente Enrico Letta uscendo dal Forum Ambrosetti spiegando quanto «sia sbagliato che da qui esca un messaggio di sfiducia sulle elezioni e sugli italiani». Il capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro integra il concetto immaginando «dopo questa fase un governo politico guidato da Pierluigi Bersani».
Dal punto di vista politico la posizione di Casini risulta dunque isolata anche se ieri un sondaggio del Sole 24 Ore Radiocor fatto tra 137 manager e imprenditori presenti e 275 soci Assiom Forex (associazione delle istituzioni finanziarie italiane) ha rafforzato le stime di Renato Mannheimer secondo le quali 4 italiani su 10 vogliono un Monti-bis. Per il sondaggio diffuso a Cernobbio l’80% dei partecipanti ritiene auspicabile un nuovo mandato per il Professore, così come è convinto che Obama rivinca le elezioni e che l’euro si rafforzerà  e non crollerà .
Lo scenario è dunque complesso e lo scacchiere può prevedere mosse a sorpresa. I ministri Corrado Passera (Sviluppo) e Vittorio Grilli (Economia) non rinunciano a commentare e sposano la stessa linea: il governo è a termine e toccherà  agli italiani scegliere chi deve governare. Anche Mario Monti ieri, nel suo intervento conclusivo, ha insistito sulla «episodicità » del suo governo ma ha detto anche molte altre cose. La più importante delle quali è il «consiglio a chi verrà  dopo di noi» di continuare sulla strada tracciata «perché le scelte decisive si fanno ormai a Bruxelles». È la stessa moral suasion lanciata ai partiti dal capo dello Stato Giorgio Napolitano a non smontare le riforme fatte dall’esecutivo tecnico. Ora i partiti dovranno lavorare di cesello sui programmi e sulla difficile quadra per la nuova legge elettorale. Altrimenti l’ipotesi Monti-bis diventa sempre più concreta. Una prospettiva che non sembra interessare la Lega. Per Maroni, il premier «fa male all’economia del Nord» e il senatore Fabio Rizzi lo invita a «non fidarsi dei marpioni democristiani».
Roberto Bagnoli


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