Bresso: «Risparmiare? La dittatura costa meno»
L’indagine della procura di Torino abbandonerà ben presto i lidi delle vacanze in nota spesa per concentrarsi su questo aspetto. «La democrazia ha i suoi costi». L’ex governatrice vola alto. Risponde da Bruxelles, dove passa molto tempo per impegni istituzionali. È da questa distanza che forse deriva il suo stupore per le critiche alla scelta di rappresentare solo se stessa nella lista Uniti per Bresso, con relativi emolumenti. «Nel 2010 ho scelto di stare per conto mio perché era l’unico modo di continuare la battaglia sulle elezioni falsate senza impegnare il partito. Adesso rientreremo nel gruppo del Pd, stiamo limando l’accordo. Ma è antidemocratico dire a un singolo eletto di finire in un altro gruppo per ragioni di bilancio». I soldi sono faccenda delicata, in tempi di recessione. Secondo una certa vulgata la scelta del monogruppo accomuna Bresso e il suo sostenitore solitario a quel Michele Giovine artefice della lista fasulla dei Pensionati per Cota che le avrebbe sottratto i voti decisivi per la rielezione. L’ex zarina del Pd risponde indignata al parallelo, ma forse la lontananza non aiuta a capire qual è il problema. «Mi ribello a questa china di populismo dove tutta la politica fa schifo. La democrazia non è un optional. Attenzione a non sopprimere le voci fuori dal coro. Non si deve cancellare la democrazia nel nome dei risparmi. La dittatura costa meno, ma ha alcuni svantaggi».
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