Bilancia commerciale a 4,5 miliardi per l’export miglior risultato dal 1998

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A far brillare il made in Italy che tiene con un più 4,3% nell’anno (luglio 2011-2012) è infatti il calo dei consumi interni. Gli italiani tagliano le spese e non importa da dove arrivano le merci, tant’è che in un anno gli acquisti all’estero sono scesi del 4,3%. Luglio però ha interrotto la discesa: le importazioni sono salite del 2,9%. Una ripresina che si concentra su due settori, i beni strumentali e quelli intermedi e che «va letta positivamente », spiega Riccardo Monti presidente del nuovo Ice, perché avendo interessato i beni strumentali e i prodotti intermedi «potrebbe segnalare un ripartenza dei processi produttivi». Una lettura che non convince invece Massimo Scaccabarozzi, presidente degli industriali farmaceutici. «Sono dati preoccupanti perché se cala la produzione e aumenta l’export vuol dire che in Italia non si consuma più, un processo che noi stiamo sperimentando ».
Il farmaceutico insieme a chimica, prodotti botanici, medicali e alimentari sono i settori che varcano di più le frontiere. Per farmaceutici chimico-medicinali e botanici la crescita è del 13,1%. «Noi — aggiunge Scaccabarozzi — esportiamo il 41% di tutta la produzione hi-tech italiana, ma l’export riesce solo in parte a compensare la caduta del mercato interno che è stato del 4% in un anno».
Dunque il made in Italy, visto lo stallo della domanda interna, tenta la strada dell’estero e ci riesce anche in un settore, le auto, che ha visto un crollo dei consumi interni. Volano anche gli alimentari, tant’è che Coldiretti non esita a parlare di sorpasso dell’auto da parte del cibo. Si vende e si incassa di più esportando pasta olio e vino piuttosto che moto, macchine e rimorchi. L’alimentare (che è salito dell’11,2%), ha fatto entrare in Italia 15,2 miliardi di euro, mentre dai veicoli sono arrivati “solo” 13,1 miliardi.
Cambio di passo, anche se ancora piccolo, anche verso i paesi dell’export. A luglio sono salite le vendite verso i paesi Ue (+0,8%), mentre l’export verso l’area extra Ue è in lieve diminuzione (-0,3%). I mercati più dinamici all’export sono stati i paesi dell’Asia Sud orientale (+29,6%), gli Stati Uniti (+21,8%) e i paesi Opec (+20,6%). Preoccupa invece la flessione delle vendite, in Cina (-16,6%), l’India (-8,9%) e Russia (-3%), economie che stanno rallentando la crescita. E nel rallentamento generale delle importazioni vanno giù soprattutto gli acquisti di autoveicoli (-32,9%), prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (-16,6%) e prodotti petroliferi raffinati (-16,2%). L’auto rimane in garage.


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