Bernabè: “Con le nuove regole Ue possibile scorporare la rete Telecom”
E quindi nel corso del prossimo cda del 27 settembre «verrà sottoposto lo stato di avanzamento» del dialogo in corso con la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Ma come mai nel corso degli ultimi mesi il management e gli azionisti di Telecom hanno cambiato il loro atteggiamento verso la possibilità di poter scorporare l’asset principale della società , cioè la rete in rame che progressivamente si sta trasformando in rete di Nuova generazione (Ngn)? Tutto risale, nella ricostruzione che ha fatto ieri Bernabè al Ti Lab di Torino, al cambio di impostazione del commissario europeo per l’agenda digitale Neelie Kroes. Poiché l’Europa stava accumulando ritardo nella costruzione delle reti Ngn, considerate fondamentali per sostenere la crescita economica nei prossimi anni, la Kroes ha deciso di essere più flessibile e di non dettare le condizioni attraverso cui la banda ultralarga doveva essere erogata. E da quel momento le posizioni dei vari operatori sono andate convergendo verso il modello che Bernabè e la Telecom sostenevano da tempo: cioè una sostituzione progressiva della rete in rame con una rete in fibra integrando i due vettori e non sostituendo d’un colpo l’uno con l’altra. Per quattro anni sono andate avanti discussioni con gli operatori alternativi e con i ministri delegati, vedi il famoso Tavolo Romani, nel quale si sono discusse soluzioni che Telecom fin dall’inizio considerava antieconomiche. «Oggi, con le nuove regole dettate dalla Ue, c’è la convenienza a separare la rete per avere benefici regolatori e commerciali. Se devo aspettare almeno nove mesi per avere il via libera a un’offerta commerciale allora, per guadagnare flessibilità , può convenire avere un altro socio-investitore». Ma prima di compiere questo passo storico, Bernabè vuole avere la garanzia che poi i benefici arrivino veramente, mantenendo il
controllo della società scorporata. Quindi bisognerà aspettare la direttiva e continuare a parlare con la Cdp, al momento l’unico interlocutore con cui Telecom sta dialogando. Il recente accordo con Fastweb, infatti, per la condivisione dei lavori di posa della fibra dalle centrali telefoniche fino agli armadietti sulle strade,
rischia di mettere fuori gioco Metroweb. La società controllata dal fondo F2i di Vito Gamberale ha un progetto per far arrivare la fibra ottica direttamente nelle case dei cittadini senza utilizzare la rete in rame. Sono due model-li, Fiber to the cabinet (Fttc) e Fiber to the home (Ftth) che nel caso di Telecom convivono mentre per Metroweb sono alternativi. Il piano Telecom permetterà di portare in 100 città italiane nel 2014 la banda larga a 20 Megabit attraverso la Fttc e poi procedere a posare la fibra nelle case a seconda della effettiva domanda degli utilizzatori.
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