Arriva la SuperBce con poteri assoluti sulle aziende di credito dell’Eurozona
PROVE tecniche per la Super-Bce. Dal primo gennaio prossimo, l’istituto di Francoforte potrebbe avere potere di vita e di morte su tutte le banche, grandi e piccole, dell’Eurozona. E dunque dare o togliere la licenza, soppesare le operazioni più importanti, imporre stress test e iniezioni di capitale, pretendere governance più robuste. Insomma vigilare per promuovere «la sicurezza e la stabilità » finanziaria e annusare le crisi prima dei collassi. In una parola, scongiurare la Lehman Brothers europea.
STRASBURGO E KARLSRUHE
La proposta di riforma della sorveglianza bancaria, che in queste ore il commissario al mercato interno Michel Barnier sta perfezionando, sarà approvata dall’esecutivo Ue martedì e presentata al Parlamento di Strasburgo il 12 settembre dal presidente Barroso. Proprio nelle ore in cui a Karlsruhe i giudici tedeschi decideranno se l’Esm, il nuovo fondo salva-Stati, è legittimo o no. Due eventi intrecciati, perché la vigilanza unica – dagli istituti centrali alla Bce – è la condizione perché l’Esm possa ricapitalizzare direttamente le banche in crisi. L’altra gamba, assieme allo scudo anti-Spread, del muro di fuoco contro speculazione e crac. La strada è però in salita. «L’avvio è necessario e possibile già dal 2013», ha insistito ieri Barnier da Cernobbio.
I PUNTI CALDI
I più scettici sono i tedeschi, su tempi e modi. Il passaggio dalla periferia al centro comporta una certa perdita di sovranità . Le banche centrali, benché coinvolte nella sorveglianza unica, avranno compiti circoscritti, residuali rispetto ai super-poteri “devoluti” alla Bce: mercato interno, servizi vari, frodi e riciclaggio. In un certo senso, è come se fossero commissariate. Bundesbank compresa, con buona pace del presidente “dissidente” Weidmann. D’altronde le vigilanze nazionali, in questi anni, non sono mai state neutre rispetto alla crisi finanziaria. L’altro nodo è come scegliere le banche da sottoporre al grande occhio di Francoforte. Barnier ha spiegato che si procederà per tappe: prima gli istituti già “assistiti” dai fondi, poi quelli sistemici, infine tutte e 6 mila le banche dell’Eurozona, dal 2014. Boccone amaro per i tedeschi che preferirebbero lasciar fuori cooperative e Casse di risparmio, veri centri di potere locale. Ma Barnier ricorda che nessuno è esente dal potere di contagio. Come dimostrato nel 2008 proprio dalle Landesbank nazionalizzate da Berlino o dalle “piccole” Northern Rock e Anglo Irish Bank.
L’UNIONE BANCARIA
Il meccanismo di supervisione è solo il primo step della futura Unione bancaria, decisa al vertice di fine giugno. Per gli altri – la garanzia europea sui depositi e il fondo di risoluzione unico per ristrutturazioni e liquidazioni – bisognerà attendere. È evidente che la Super-Bce è lo snodo principe. Al punto che il “piano Barnier” (per ora una bozza) prevede per la Bce la «separazione piena» tra politica monetaria e vigilanza bancaria. Addirittura si immagina un “supervisory board” distinto, tenuto al segreto professionale con i “colleghi” della stessa Bce che si occupano di inflazione, in carica per 5 anni, con membri Bce, Commissione Ue, singole banche centrali, Eba (che rimane in vita e sorveglierà le banche dei 10 Paesi non-euro dell’Ue). L’obiettivo finale – si legge – è avere «una supervisione della più alta qualità possibile» che necessita a sua volta di una «piena indipendenza» della Bce soprattutto «dalla influenza politica inappropriata e dall’interferenza dell’industria» finanziaria. Insomma, una Bce slegata dalla politica.
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