by Sergio Segio | 13 Settembre 2012 6:39
STRASBURGO — Più o meno alla stessa ora, due persone parlano della stessa cosa, all’Europarlamento di Strasburgo e al Parlamento tedesco di Berlino. «La Banca centrale europea vigilerà su tutte le banche dell’eurozona», dice agli eurodeputati di Strasburgo il commissario europeo al mercato interno, Michel Barnier. «La Bce non può supervisionare tutte le banche europee», dice da Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel. E con questi due timoni perfettamente divergenti, fra venti così contrastanti, tenta di prendere il mare la barca tanto attesa del «Meccanismo unico di supervisione» varata ieri dalla Commissione europea. Primo passo ufficiale, previsto per il primo gennaio 2013: una volta approvato da tutti, il supervisore unico potrà ritirare o concedere licenze bancarie ai 6 mila istituti dell’eurozona, verificare le situazioni a rischio, imporre il rafforzamento del capitale, valutare congruità e correttezza delle acquisizioni e cessioni delle partecipazioni azionarie, applicare gli «stress test», decidere delle ricapitalizzazioni in accordo con l’Antitrust europeo, e così via. In due parole, contro il contagio finanziario si chiederà a tutti una cessione di sovranità . E questo, Merkel permettendo, sotto la direzione della Banca centrale europea, che ieri ha lodato il progetto con una sua nota.
Barnier spiega agli eurodeputati (a metà pomeriggio, l’aula è già semideserta) che «non è una scelta contro la Germania». Da lontano ascolta la cancelliera tedesca, che tiene alle proprie competenze e pensa naturalmente alle tante casse di risparmio già salvate dallo Stato in Germania. Però la questione non si gioca tutta fra Strasburgo, Bruxelles e Berlino, perché riguarda molte altre capitali. Anche quelle fuori dall’eurozona — assai preoccupate — potranno aderire al nuovo meccanismo, se lo chiederanno. E alcune, dice Barnier, lo avrebbero già chiesto: niente nomi, ma il pensiero di tutti va alla City di Londra.
In generale, l’«Ssm» (Single Supervisory Mechanism) dovrebbe essere il perno della futura Unione bancaria e quindi della futura Unione economica e monetaria per la quale già si parla di un nuovo Trattato. Avrà un doppio ingranaggio: sistema di vigilanza-investigazione preventiva e anche di sanzione, con cui si vorrebbe spezzare l’anello dannato fra debito bancario e debito sovrano degli Stati. Per dirla con le parole del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso: «In futuro, le perdite delle banche non dovranno più diventare un debito dei cittadini, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria di interi Paesi».
Dove non sono mai arrivati i supervisori nazionali, ora dovrebbe arrivare l’Ssm. I supervisori però non spariranno, come non sparirà l’Eba, l’Autorità bancaria europea. Adatteranno le loro funzioni e — si spera — collaboreranno con l’Ssm. Cioè con il suo vertice: un «Supervisory Board» dove siederanno appunto i rappresentanti di tutti i supervisori nazionali, poi 4 rappresentanti della Bce, e infine un presidente e un vicepresidente eletti dal Consiglio dei governatori della stessa Bce.
Quanto ai tempi, il percorso di marcia è già tracciato: dal primo gennaio 2013, la Bce potrà decidere al bisogno la supervisione di «qualsiasi» banca; dal primo luglio 2013, entreranno in pieno nel sistema tutte le banche «di grande rilevanza sistemica». E dal primo gennaio 2014 scatterà la «piena sorveglianza su tutte le banche». Sempre con l’accordo di Merkel, si capisce.
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