3 conti della serva

by Sergio Segio | 18 Settembre 2012 8:46

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 Ebbene si è arrivato il momento. Ci siamo rotti. Non ne possiamo più di PIL, debito pubblico, fondi salva stati, spread, quantitative easing, massa monetaria, bond, bund, Bce, Fed, investitori, cancellieri, presidenti, deputati, economisti, opinionisti e chi più ne ha più ne metta.

Nun te reggae più più cantava Rino Gaetano.

Ce lo concediamo. Facciamo 3 conti della serva. O da pensionato se preferite. Una di quelle specie ancora sane ma in via di estinzione. Una specie che se va bene incassa 800 euro al mese e se ha 100.000 euro di mutuo ci perde il sonno, mica si mette a stampare moneta. Lui non può.

Il debito pubblico sistemico

C’erano una volta gli Stati, unici soggetti dotati di potestà  normativa, monetaria, economica e fiscale. I soggetti più affidabili al mondo. Dopo varie crisi, un paio di guerre mondiali, guerre fredde e annesse guerrette calde, riarmo nucleare e altri sconvolgimenti, in primo luogo un’emorragia pluridecennale di massa monetaria messa in circolo più o meno a casaccio, un giorno si sono svegliati nell’incubo anche loro. Come il pensionato.

Il mondo non cresce più come prima e se cresce lo fa nei posti sbagliati. E noi siamo imbottiti di debiti. Noi tutti paesi occidentali, quelli del sistema capitalistico tanto per intenderci, ci troviamo nella stessa situazione.
E’ inutile che ci continuino a bombardare di percentuali di debito sul PIL o dati analoghi peggiori in Italia, Spagna o Grecia.

La Germania oramai è assimilabile a noialtri, gli Stati Uniti e il Giappone stanno pure peggio.

La situazione al 2011, secondo i dati del fondo monetario, è la seguente.
Si salvano solo i paesi una volta emergenti: Russia e Cina, ad esempio, di debiti praticamente non ne hanno. Brasile e India ne hanno, ma a livelli pur sempre molto più ragionevoli.

Il primo conto della serva. Il debito pubblico mondiale è già  in default

E’ ora di dircelo chiaro in faccia. Io pensionato i 100.000 euro non te li ridarò mai più, caro sistema.

Quello che riesco a risparmiare dei miei 800 euro al mese se va bene mi basta per pagarti gli interessi. Per potere pagare la rata capitale devo periodicamente andare da un’altra banca, negoziare un altro mutuo e con quello rimborsare la quota in scadenza del primo.

L’importante è solo che io continui a incassare gli 800 euro al mese. Tutto qui. Se però diventano 700, si blocca tutto. Se poi per assurdo fallisse l’Inps sarebbe la catastrofe sistemica. Come nel gioco delle catene di Sant’Antonio.

Wall Street Italia continua a dare il quadro veritiero della realtà  in pochi titoli, di cui si riporta qualche esempio.

http://www.wallstreetitalia.com/article/1428211/crisi-sistemica/bce-draghi-via-all-acquisto-illimitato-di-bond-titoli-sterilizzati.aspx

http://www.wallstreetitalia.com/article/1427943/outlook/debito-usa-supera-soglia-16-000-000-000-000.aspx

http://www.wallstreetitalia.com/article/1430535/crisi-globale/usa-fed-lascera-i-tassi-a-zero-per-sempre.aspx

http://www.wallstreetitalia.com/article/1432052/debito/decisioni-fed-dovrebbero-gettare-usa-nel-panico.aspx

Circa 3 anni fa sostenevamo che l’Italia con il suo debito sarebbe stata solo la scusa per defaultare tutto il mondo.

Ora si sterilizzano i bond UE.

Poi arriveranno Usa e Giappone. Si parla di tassi a zero per sempre in USA come in Giappone (senza la minima vergogna e senza considerare che il Giappone è già  fallito una volta ed è prossimo alla seconda, a conferma che i tassi a zero non servono a nulla).

Ci prepariamo a finire un secolo di indebitamento statale con una grande “argentinata”?

Il secondo conto della serva. Il focus sul rapporto debito/Pil è uno specchio per allodole

Non si riuscirà  mai a rimborsare il debito con le proprie forze (il Pil, cioè gli 800 euro del pensionato). Continuare a insistere sul bisogno di crescita vuol dire non avere capito lo stadio evolutivo del sistema mondo in cui ci troviamo.

Non si crescerà  mai più a tassi del 10/20% nei paesi occidentali.

Anzi, semmai il problema sarebbe adattarsi a un sistema di PIL in contrazione, scenario molto più probabile di quello di una forte crescita in un mondo oramai saturo dove altre economie viaggiano meglio delle nostre.

Ma anche crescendo un po’ (2/3% all’anno) e non pagando più interessi, se tutto il surplus del 2/3% venisse dedicato ad abbattere il debito, ipotesi quanto mai inverosimile, ci vorrebbero 30,40,50 anni.

Che è un orizzonte lunghissimo e imprevedibile nel vorticoso mondo attuale.
L’unica vera via di uscita è una ristrutturazione del debito. Ma come?

Il terzo conto della serva. La massa monetaria off-shore

Il pensionato questa estate, come sempre, in vacanza non ci è andato. E’ rimasto in città  a guardare i notiziari e le immagini dai luoghi di vacanza. E a chiedersi: “ma dove li prendono i soldi? Aereo+albergo+ cibo. Per 4 persone, minimo minimo ci vogliono 5.000 euro”. Senza considerare barche, barchette, gommoni, costumi, aperitivi, discoteche ,vestiti, souvenir, e altro.

E un pensiero gli continuava a balenare nella testa : “qua non me la contano giusta. Qua secondo me sono i soldi dell’evasione o del sommerso o della mafia che mandano avanti tutto quanto”.

E si è messo a cercare informazioni. Fino a che ha capito che ognuno dice la sua. L’evasione per un Ministero è di 100 miliardi di euro all’anno, per un sindacato di 200 o 300, per un’altra istituzione ancora di 150. Il sommerso poi è ancora più oggetto di stime personali senza alcun riscontro.

Ma una cosa è certa: la maggior parte delle stime si riferisce all’importo annuale. Nessuno parla mai dei capitali accumulati nei decenni in centri e società  off-shore. La ricchezza in questione infatti viene accumulata e non spesa tutta, per cui se per assurdo ipotizzassimo solo 100 miliardi di euro all’anno (il 5% del PIL più o meno – stima assolutamente prudenziale) il calcolo da fare sarebbe del tipo 100 x 50 anni. 5.000 miliardi di euro. 2,5 volte il PIL (o il debito).

E allora una mattina il pensionato si svegliò di soprassalto con la folgorazione di chi ha visto la luce, come Belushi nei Blues Brothers, e si mise a gridare: “Signor Presidente del Consiglio: la patrimoniale la devi fare alle Cayman Islands! Anche se volessi pagartela per il mio bilocale faticosamente comperato con il mutuo ci metteremmo una vita a risolvere il problema”.

E come si fa a fare la patrimoniale in uno stato-sistema che non esiste? Ma è semplicissimo: si fa con le corazzate, le portaerei, i carri armati e gli aerei. Qualche migliaio di parà  o marines pronti a sbarcare o invadere.

Dopodichè con una buona dose di libero arbitrio: “Signor Paradiso Fiscale, adesso o avvii il prelievo alla fonte come sostituto di imposta su tutte le ricchezze presso di te, e in questo caso ti lascio anche il segreto bancario, o io ti invado e vengo a aprire tutte le cassette di sicurezza e controllare tutti i conti.

Insomma scegli tu: “o metti un verdone dentro il cannone o ti tocca l’annessione per invasione”.

Diceva un noto filosofo: “certe volte per difendere la tolleranza bisogna impugnare la .44 Magnum”.

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