Truffe on line, risarcimento più facile

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ROMA â€” La banca si rifiuta di chiudere il conto in rosso e continua ad addebitare interessi e costi di tenuta? Non può farlo: il cliente ha diritto comunque alla chiusura immediata nel momento in cui la richiede. Un imbroglione ha presentato un assegno a vostro nome con una firma palesemente contraffatta? La colpa è di chi non ha controllato: anche in questo caso scatta il risarcimento. Dopo lunghe trattative la banca vi ha concesso il mutuo, arriva il giorno della stipula e il consulente vi fa sapere che vi darà  in prestito un terzo in meno della somma pattuita? Anche in questo caso è la banca ad aver torto: a stabilirlo è l’Arbitro Bancario Finanziario, che nelle pronunce del 2011 ha dato ragione al cliente nel 62% dei casi.
Però attenzione: bisogna provare di non aver contribuito, neanche involontariamente, alla truffa ai propri danni. Per il phishing, per esempio, uno dei casi più diffusi di truffa a danni dei titolari di conto corrente (che ricevono e-mail con le quali vengono invitati a collegarsi al sito della banca attraverso un link, che però non conduce all’intermediario, ma al phisher che così può entrare nel conto on line e utilizzarlo liberamente) il cliente può ottenere dalla banca il rimborso dei pagamenti effettuati a suo nome solo se ha rispettato gli «obblighi di diligenza» a suo carico. Se l’email del phisher era per qualche ragione «sospetta», la colpa è sua. D’altra parte, però, se la banca non aveva dotato il proprio sito di «adeguati e aggiornati sistemi di sicurezza», dovrà  comunque indennizzare in parte il cliente. Ottenere un risarcimento nel caso di clonazione o furto della carta di credito è parecchio più complicato. Si tratta di una delle truffe bancarie più diffuse, tant’è vero che tra il 2010 e il 2011 i ricorsi presentati in materia di bancomat e carte di credito sono cresciuti del 40,4%. L’ABF attraverso le numerose pronunce pubblicate ha stilato una sorta di “decalogo” di precauzioni che il cliente deve dimostrare di aver preso, altrimenti non otterrà  alcun risarcimento: non deve tenere la carta insieme al Pin, deve custodire attentamente il portafogli nel quale tiene la carta, non deve avere un «atteggiamento di trascuratezza tale da agevolare le operazioni fraudolente», deve denunciare subito furto, smarrimento o clonazione, deve attivare i sistemi di sicurezza messi a disposizione dalla banca (per esempio gli sms alert).
Anche per i ricorsi presentati in materia di assegni si registra un significativo aumento tra il 2010 e il 2011: +25,7%. Il cliente di regola viene risarcito, purché abbia custodito con la dovuta attenzione il “carnet” fornito dalla banca. Un cospicuo aumento delle controversie si registra in materia di “cessione del quinto” (+158,6%): le banche sono state condannate soprattutto per la «scarsa trasparenza della documentazione», che scarica sul cliente costi non previsti. Crescono del 10,2% i ricorsi
in materia di credito ai consumatori e del 53,4% quelli che impugnano la segnalazione ai Sic (le centrali di rischio): in diversi casi l’intermediario è stato condannato
per non aver avvertito il cliente, mettendolo in condizione di evitare l’iscrizione.


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