Strisce d’autore per la vita e l’opera di Karl Marx

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È durante la prima guerra mondiale che scrisse la biografia di Karl Marx, considerata per decenni una sorta di indispensabile introduzione all’opera marxiana, costituendo nei decenni successivi il punto di riferimento per chiunque volesse definire le coordinate culturali dell’autore del «Capitale». Erano però due decenni che il volume era assente dalle librerie. La sua lettura (o rilettura) continua ancora a stupire per la chiarezza con cui l’intellettuale tedesco introduce alcuni concetti, come la teoria del valore-lavoro.
L’altro libro è una piccola chicca. È stato scritto e disegnato da Ronan de Calan e Donatien Mary. La sua pubblicazione è invece merito della casa editrice Isbn che ha rispettato il titolo originale – Il fantasma di Karl Marx, pp. 64, euro 12,50. I disegni, inseriti per dare forma visiva ad alcuni concetti (salario, plusvalore, profitto), hanno il fascino delle immagini che hanno dominato i libri per bambini negli anni Trenta e Quaranta, mentre la parte scritta alterna uno stile pedagogico (la formazione del proletariato) alla fiaba (l’accumulazione originaria, la rivoluzione industriale). 
I due autori non si pongono certo la domanda se l’opera di Marx sia un’opera scientifica o meno. Sono più interessati a verificare se aiuta a comprendere i rapporti sociali attuali. Il refrain che scelgono non appartiene certo all’ortodossia marxista, ma spiega bene come la spiegazione dominante sulla sacralità  del mercato, in quanto forma organizzativa ottimale dell’attività  economica, sia niente altro che una spiegazione a uso e consumo di chi fa profitti sulla pelle di uomini e donne. Con l’inevitabile, e però consolatorio, lieto fine che vede il padrone cacciato proprio perché lo impomgono i mercati.
Un libro dunque piacevole da leggere e sfogliare, che ha il merito di diradare come nebbia le accuse frequentemente rivolte a Marx di essere un autore criptico e difficile. Nell’obiettivo di spiegare la sua opera, i due autori non hanno molte difficoltà  nel parlare di temi e concetti ritenuti, chissà  perché, difficili. E visto che è un libro intenzionalmente rivolto ai bambini hanno tenuto in mente, giocandoci un po’ sopra, la lapidaria frase di Bertolt Brecht sul regno della libertà  come semplicità  difficile a farsi, ma facile da illustrare.


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