Slitta a fine agosto l’asta Unipol-Fonsai alle banche del consorzio fino al 20%

by Editore | 8 Agosto 2012 8:49

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MILANO â€” L’asta da 660 milioni di euro in azioni inoptate di Fonsai e di Unipol slitta verso fine mese. Troppo tortuoso partire domani e interrompere due volte, tra weekend e il Ferragosto, i cinque giorni di mercato relativi. E poco convenienti i prezzi di Borsa, dove si scambia a 1,86 euro (+1,1%) l’azione Unipol che il consorzio di ricapitalizzazione vorrebbe vedere “optata” a 2 euro, e a 0,95 euro (+1,6%) la Fonsai da optare a 1 euro.
Una situazione complessa per i banchieri d’affari del pool, le cui laute commissioni potrebbero a fine operazione venire mangiate dalle perdite sui titoli rimasti in pancia. Nella confecence call di ieri con Mediobanca, Unicredit, Credit Suisse, Barclays, Nomura, Deutsche Bank, Ubs garanti del doppio consorzio, è stato quindi deciso di rimandare l’asta dei diritti non sottoscritti (pari al 32% per la compagnia dei Ligresti e al 27% per i compratori bolognesi). Si dovrebbe partire lunedì 20, o più probabilmente lunedì 27 agosto. Ma anche una settimana più lineare della prossima non farà  vendere tutte le azioni avanzate; i collocatori hanno l’obiettivo di piazzare in asta un altro 10% delle ricapitalizzazioni da complessivi 2,2 miliardi, facendo salire all’80% circa le sottoscrizioni, e scendere sui 500 milioni il peso dell’inoptato. A quel punto, secondo gli accordi, resteranno 125 milioni di accollo per uno tra Mediobanca e Unicredit, e circa 50 milioni a testa per le cinque banche straniere. Il
rischio di perdite è sensibile, tanto che qualche banchiere d’affari è tornato dalle ferie, o non c’è andato. La speranza è che il rally di Borsa continui, agevolando le sottoscrizioni della prossima asta. E che si diradino le incognite regolamentari – la Consob potrebbe limitare a Premafin l’Opa obbligatoria, nel caso fosse provato il patto tra Mediobanca e i Ligresti – e giudiziarie (ma solo a settembre si prevedono aggiornamenti dalla procura milanese che indaga sulla vicenda). In tal caso sarebbe più facile vendere agli investitori il polo nascente, anche perché sui multipli quota a sole tre volte gli utili 2013, contro le 7,5 del comparto assicurativo europeo.
I banchieri sondano possibili compratori, nuovi e meno nuovi. L’ipotesi di cedere a fermo parte dei titoli inoptati non è remota, Anche ad asta finita, quando l’accollo si concretizzerà . Tra i candidati al dossier ci sarebbero il fondo globale Blackrock, e i fondi hedge Amber (già  socio sotto il 2% di Fonsai) e Algebris. Si chiama già  fuori il finanziere Raffaele Mincione, che aveva raccolto parte dell’inoptato su Bpm. Molto dipenderà  dallo sconto che le banche saranno disposte a riconoscere: depurato delle commissioni incassate, il punto di indifferenza per le cinque straniere è 0,88 euro sul titolo Fonsai, un po’ più alto per Mediobanca e Unicredit. Basterà  a convincere i compratori opportunisti? Sul fronte industriale, intanto, è fissato stamattina a Milano l’incontro tra una delegazione di Unipol guidata dall’ad Carlo Cimbri e la prima linea dei dirigenti Fonsai, cui sarà  illustrata l’agenda dell’integrazione. Difficile, però, che Cimbri si avvalga di manager dei Ligresti per la futura prima linea: il comitato direttivo del polo nascente sarebbe composto di 8 membri, sette targati Unipol e il solo Emanuele Erbetta da Fonsai.

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