by Editore | 27 Agosto 2012 11:06
L’Isee cambia. Dopo ben 14 anni dalla sua ideazione, l’Indicatore della situazione economica equivalente si trasforma. Nel calcolo di reddito e patrimonio, nei controlli per scovare chi bara, nelle nuove franchigie. Con l’obiettivo di razionalizzare la spesa sociale, togliendo i vantaggi a chi non ne ha bisogno. E restituire allo strumento il suo scopo: fotografare le condizioni reali delle famiglie e aiutare quelle più in difficoltà . Con le nuove norme, però, il valore dell’Isee 2013, in media, salirà . Ma il rischio di tagliare fuori migliaia di persone dalle agevolazioni sociali — assicurano dal ministero del Welfare — sarà scongiurato da appositi meccanismi di equità . Nel 2010, ultimi dati disponibili, sono state presentate 7,4 milioni di dichiarazioni Isee (il 45% in tre sole Regioni: Campania, Sicilia, Puglia), corrispondenti a 18,5 milioni di italiani, il 30% dell’intera popolazione. Numeri importanti e in crescita.
IMU, beni all’estero, i Btp con un tetto allo “spread”, i premi di produttività . Ma anche bonus, detrazioni, sconti. Il nuovo Isee dell’era Monti, introdotto con il Salva-Italia e ora pronto per l’esame parlamentare, rivoluziona il modo di fotografare la situazione economica delle famiglie, perché sia più vero e verificabile. Se da una parte, dunque, si introducono nuove componenti nel calcolo, dall’altro nasce anche un Isee “solidale” per chi perde il lavoro. Accanto a misure specifiche per i disabili.
IL CALCOLO ATTUALE
L’Isee è l’unico indicatore in grado di misurare la ricchezza (o povertà ) delle famiglie italiane. E consentire a chi è sotto una determinata soglia di chiedere prestazioni e servizi, sociali e assistenziali, agevolati, erogati da Stato, Comuni, Regioni, università o altri enti. Come assegni, sconti, aiuti per asili nido, mense, libri, tasse universitarie, borse di studio, assistenza a domicilio, bollette di luce e gas. L’Isee si ottiene sommando i redditi di tutti i componenti della famiglia al 20% del loro patrimonio e dividendo quanto ottenuto per i parametri di equivalenza (esemplificativi del numero di figli, della presenza
o meno di disabilità o altri
disagi).
COSA CAMBIA NEL REDDITO
Nella parte reddituale del calcolo, per la prima volta ai redditi Irpef si sommeranno anche i redditi esenti, le entrate tassate in altro modo. Come la cedolare sugli affitti, i premi di produttività . Ma anche l’indennità
di accompagnamento, scelta che ha fatto discutere. Non anche la social card e i voucher, come sembrava in un primo tempo. Un reddito così lievitato sarà però compensato da alcune detrazioni (quasi tutte con un limite massimo). Si sottraggono gli assegni al coniuge e ai figli, le spese per i disabili, il 20% del reddito da lavoro
dipendente o della pensione. E poi anche una quota degli affitti e una franchigia sull’abitazione di proprietà . Gli interessi maturati sugli investimenti finanziari avranno un tetto: finora erano parametrati al rendimento del Btp a 10 anni, ma senza alcun vincolo. Impossibile ora, visti gli “spread”,
costantemente al rialzo.
COSA CAMBIA NEL PATRIMONIO
La prima casa, dove si abita, sarà rivalutata ai fini Imu. E quindi entrerà nei calcoli patrimoniali con il 60% in più. Un vera mazzata. Benché il nuovo Isee considererà solo il 75% di questo valore immobiliare rivalutato, a cui sottrarre l’eventuale mutuo residuo, ancora da pagare. Al mattone si aggiungerà poi anche il patrimonio estero e quello mobiliare, come ora: titoli di Stato, conti corrente, partecipazioni societari. Una franchigia, anche qui, attenuerà il “colpo”.
L’ISEE “SOLIDALE”
Chi ha perso il lavoro e vuole presentare l’Isee per usufruire di servizi agevolati può chiedere a Caf, Inps, sportello Comunale, un Isee “corrente”. Ovvero che si tenga conto nel calcolo, non delle condizioni di reddito certificate (e dunque risalenti a due anni prima), ma dei dati attuali relativi, ad esempio, alla cassa integrazione. Per i disabili, l’Isee diventa “intelligente” e distinguerà tra disabilità media, grave e non autosufficienza. Negli ultimi due casi, si potranno dedurre buona parte delle spese.
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