Senza lavoro o precari: i giovani tornano a vivere con i genitori

by Sergio Segio | 30 Agosto 2012 16:56

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MILANO – A volte ritornano. Usciti di casa per vivere la loro vita, sono costretti a fare retromarcia e a stare ancora con mamma e papà . Capita al 77% dei maschi e al 70% delle femmine, tra i 18 e i 29 anni, che hanno provato a lasciare il nido domestico. Il motivo? Per i maschi è soprattutto economico: il 13% pur lavorando non riusciva a sbarcare il lunario, mentre il 30,2% è tornato dai genitori perché era finito il contratto di lavoro (ovviamente) precario. Per le donne le ragioni sono un po’ diverse: il 45,7% ha rinunciato alla vita autonoma condotta durante gli studi perché non è riuscita a trovare un’occupazione, il 13% per difficoltà  economiche e l’11,6% perché è rimasta disoccupata. È quanto emerge dall’indagine “Rapporto giovani”, dell’istituto di studi superiori Giuseppe Toniolo, realizzata dall’Ipsos, su un campione rappresentativo di 4.500 giovani. Come spesso accade, al sud la situazione è ancora più difficile: ritorna l’80%, mentre nel centro Italia il 70,1% e al nord il 68,8%. È la precarietà  del lavoro a pesare di più (79% degli intervistati): il 32,6% alla prima occupazione ha avuto un contratto di formazione, il 24,5% un contratto a progetto e il 26,1% uno stage. Si fa marcia indietro anche per altri motivi. Per la fine della convivenza (6,2%) o del matrimonio (1,9% donne e 1,4% uomini) o per assistere un familiare (4,2% donne e 4,4% uomini). I giovani vogliono comunque andare via da casa. Per il 67% dei maschi il poter essere autonomi nelle decisioni è un punto di forza, che raggiunge il 76% nelle donne, mentre il 60% degli uomini e il 65% delle donne risponde che è vantaggioso anche aver più margine d’azione. Aspetti positivi che non riguardano solo la condotta di vita: un vantaggio, moderato o forte, è anche avere, secondo il 56,6% dei giovani, più spazio abitativo o, ancora, per il 77,2% degli intervistati, gestire più liberamente una relazione di coppia. Un giovane su quattro ritiene però che la vita autonoma comporti anche qualche svantaggio, come il fatto di doversi occupare dei mestieri domestici o (e qui la percentuale sale al 38%) di non poter godere dell’affetto quotidiano dei genitori. (dp) © Copyright Redattore Sociale

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