by Editore | 2 Agosto 2012 8:36
Il vero nome di Gore Vidal era Eugene Luther Vidal Jr. Lo stesso del padre, un militare con tre grandi passioni: le donne (ebbe un’intensa storia d’amore con l’aviatrice Amelia Earhart), lo sport (partecipò a due Olimpiadi, arrivando settimo nel decathlon) e il proprio paese. Dello spirito americano Eugene Luther Vidal Sr. possedeva l’energia e la capacità imprenditoriale, e tra i risultati di cui andava maggiormente fiero c’era quello di aver fondato due linee ferroviarie e tre aeree. Fu molto orgoglioso quando il figlio nacque a West Point, sede della più famosa accademia militare americana, e soffrì quando venne a conoscenza della sua omosessualità e della decisione di adottare il nome con cui sarebbe diventato famoso, in onore del nonno materno Thomas Gore, senatore democratico dell’Oklahoma e capostipite della famiglia di cui fa parte anche Al Gore. Per comprendere i gusti, l’approccio culturale, le conoscenze di altissimo livello, il gusto della provocazione e l’irrefrenabile snobismo di Gore Vidal, è necessario partire proprio da queste sue origini, e in particolare dal rapporto con la famiglia della madre Nina Gore, attrice con grandi ambizioni sociali, che ebbe una tormentata storia d’amore con Clark Gable. Dopo aver divorziato dal padre dello scrittore, Nina sposò Hugh Auchincloss, potente finanziere, il quale, grazie a un successivo matrimonio, divenne il padrino di Jacqueline Bouvier, la futura moglie di John Fitzgerald Kennedy. Una parentela che ebbe un ruolo importante per Vidal: si deve anche a lui se nacque il mito della Camelot americana.
Orgoglioso delle ascendenze patrizie, Vidal passò l’infanzia a Washington, e capì che avrebbe alternato con uguale interesse le frequentazioni della politica con quelle della cultura e dello spettacolo. Un ruolo fondamentale lo svolse il nonno senatore, un carismatico isolazionista che ne forgiò le idee politiche e gli spiegò l’importanza della cultura storica: l’origine della sua formazione si deve al fatto che il nonno, anziano e cieco, chiedeva al nipote di rileggergli i classici. Sin da quegli anni ebbe il privilegio di trovarsi nel sancta sanctorum del potere politico e mediatico, nei confronti del quale provò un misto di attrazione e repulsione.
Ebbe anche amori eterosessuali, come quello con l’attrice Dyana Lynn, dalla quale dichiarò di poter esser il padre della figlia, e con Joanne Woodward, prima che lei diventasse la moglie di Paul Newman. Smentì invece la relazione con Anaà¯s Nin, della quale quest’ultima scrisse nella propria autobiografia. La sessualità ha rappresentato un argomento centrale della sua produzione a partire da La statua di sale.
Il tema venne ripreso anni dopo nel saggio Sexually Speaking, nel quale attaccava la morale sessuale giudaico-cristiana, e sosteneva che chiunque è potenzialmente bisessuale. Pochi anni dopo La statua di sale, cominciò a scrivere gialli con lo pseudonimo di Edgar Box e, quindi, con il proprio nome, testi teatrali, ottenendo un notevole successo con The Best Man e Visit to a Small Planet. Hollywood si accorse del suo talento e venne messo sotto contratto dalla Mgm. Uno dei lavori più importanti fu la revisione della sceneggiatura di Ben Hur, nella quale aggiunse una scena dall’evidente sottinteso omosessuale per chiarire il rapporto tra il protagonista e Messala. Il tutto all’insaputa della star Charlton Heston, il quale, furibondo, minimizzò in seguito il ruolo creativo di Vidal. Il cinema rappresentò un’esperienza che non lo lasciò mai del tutto soddisfatto, e sono molti i film dei quali elaborò, a volte senza firmare, la sceneggiatura. Tra questi Caligola, Il siciliano, Dimenticare Palermoe Improvvisamente l’estate scorsa, per il quale cercò di convincere Mankiewicz a scritturare Bette Davis anziché Katharine Hepburn. Si riavvicinò solo negli ultimi anni a un’arte che considerava minore, facendo qualche cameo in film di qualità come Gattaca. È stato un appassionato lettore di narrativa e si deve principalmente a lui la popolarità americana di Italo Calvino, che fece conoscere negli Stati Uniti con un saggio pieno di ammirazione. Ebbe invece un rapporto conflittuale con Tennessee Williams, e soprattutto con Truman Capote, dal quale lo divideva la visione politica ed estetica del mondo.
Si candidò senza successo per il congresso nel 1960 e come governatore della California nel 1982. Rimase democratico, ma senza illusioni: all’epoca della campagna che portò alla presidenza Obama appoggiò il radicale Denis Kucinich e scrisse che «in America esiste solo un partito, quello della “Proprietà ”, con due ali destre: i Repubblicani e i Democratici. I primi sono un po’ più stupidi, rigidi e indottrinati nel capitalismo selvaggio, mentre i secondi sono più carini, presentabili, ma anche più corrotti».
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