Piromani killer, muore operaio anti roghi

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NAPOLI — L’inferno di fuoco ha fatto un’altra vittima. Una fine assurda quella di Michele Ciglione, 57 anni, originario di Quarto in provincia di Napoli, morto ieri sui monti dell’Avellinese, dove era andato a spegnere un incendio, l’ennesimo di una estate tragica. Morte assurda e dolorosa. Ciglione era infatti un operaio, lavorava per la Sma, una società  della Regione Campania per la tutela dei boschi. Verso mezzogiorno è partito con i colleghi della Forestale per andare a spegnere un rogo che all’inizio veniva definito «vasto», ma riguardava comunque solo sterpaglie. Fatale è stato il vento: un ritorno di fiamma ha rialimentato violentemente il rogo, che ha circondato quattro operatori. Due sono riusciti a fuggire. Un terzo, Alberto Campanella della Forestale, dato inizialmente per disperso, è stato poi ritrovato e trasportato all’ospedale di Nola, dove è stato curato per ustioni di primo e secondo grado soprattutto su mani e piedi. Per Ciglione invece non c’era più nulla da fare. L’ossido di carbonio lo tramortito, è svenuto e non ha avuto più scampo. La Forestale ha così riassunto gli eventi: «A causa di un’improvvisa folata di vento, le fiamme hanno investito l’operaio Michele Ciglione e l’assistente del corpo forestale dello stato Alberto Campanella, che sono rimasti intrappolati tra le fiamme. Il forestale, dopo diversi tentativi, è riuscito a mettersi in salvo, se pur con grosse difficoltà . L’operaio invece è rimasto intrappolato nel rogo ed è caduto in un burrone. Il corpo esanime è stato rinvenuto, dopo diverse ore di ricerche da parte del personale del Corpo fo- restale dello Stato, dei carabinieri, della comunità  montana locale e dai vigili del fuoco». I luoghi della tragedia sono i boschi di castagno nella zona fra Lauro, Quindici e Sarno, la stessa area devastata dall’alluvione del 1998. L’inchiesta è ora in capo alla Procura di Avellino, oggi dovrebbe esserci l’autopsia dello sfortunato operaio. In serata intanto l’incendio maledetto era ancora vivo, e la Forestale era ancora impegnata a sedarlo. Mentre la Regione Campania esprimeva «solidarietà  e vicinanza» alla famiglia di Ciglione, la cui moglie è anch’essa dipendente della Sma. La morte di Ciglione si aggiunge a quella di un suo collega siciliano, Francesco Pizzuto, deceduto il 4 agosto mentre tentava di spegnere un incendio in provincia di Palermo. La tragedia di ieri viene però al termine di una settimana micidiale, con la Campania ai vertici nelle statistiche dei roghi. A ferragosto erano andati bruciati boschi nel Parco del Cilento e sulla Costiera amalfitana. Nei giorni scorsi sono andati a fuoco però anche capannoni e depositi industriali, nonché i rifiuti stoccati a Acerra, in attesa di essere bruciati nell’inceneritore. E ieri un nuovo record. Oltre al rogo irpino, sono stati segnalati in Campania ben 60 incendi, molti nel Casertano e nel Cilento, e uno molto allarmante divampato in serata a monte di Positano. In questa estate tragica, ogni giorno scoppiano in Italia oltre 150 incendi, quasi tutti dolosi, mandando in fumo migliaia di ettari e causando anche vittime.


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