Pena di morte: 5 mila esecuzioni nel 2011, ma il mondo va verso l’abolizione

by Sergio Segio | 3 Agosto 2012 13:44

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ROMA – “Il trend mondiale verso l’abolizione di diritto o di fatto della pena di morte ha trovato una ulteriore conferma anche nel 2011 e nei primi sei mesi del 2012”. È quanto assicura il rapporto 2012 sulla pena di morte nel mondo di Nessuno tocchi Caino, presentato questa mattina a Roma. Ad oggi, spiega il rapporto, i paesi che hanno deciso di abolire la pena di morte per legge o hanno deciso di non praticarla sono 155. Di questi, i Paesi totalmente abolizionisti sono 99, gli abolizionisti per crimini ordinari sono 7, quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni sono 5, i Paesi abolizionisti di fatto, che non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni o che si sono impegnati internazionalmente ad abolire la pena di morte, sono 44. Sono 43, invece, i paesi che mantengono ancora la pena di morte, nel 2005 erano 54. Nel 2011 sono state portate a termine almeno 5mila esecuzioni capitali in 19 stati, rispetto alle 5.946 del 2010, delle almeno 5.741 del 2009 e delle almeno 5.735 del 2008. Un calo che si giustifica con il significativo calo delle esecuzioni stimato in Cina che sono passate dalle circa 5mila del 2010 alle circa 4mila del 2011. È il continente asiatico ad avere non solo il triste primato di esecuzioni, ma anche la quasi totalità  dei casi. Il dato complessivo del 2011 corrisponde ad almeno 4.931, cioè il 98,6%, in calo rispetto al 2010 quando erano state almeno 5.855. Dopo la Cina, è l’Iran, infatti, il paese dove si contano per il 2011 il maggior numero di esecuzioni, almeno 676, a seguire Arabia Saudita, almeno 82 esecuzioni, Iraq con 68 esecuzioni. Al quinto posto, prima di Yemen, Corea del Nord, Vietnam, Somalia e Sudan, ci sono gli Stati uniti, con 43 esecuzioni capitali nel 2011. Dei 43 mantenitori della pena di morte, 36 sono Paesi dittatoriali, autoritari o illiberali. In 17 di questi Paesi, nel 2011, sono state compiute almeno 4.952 esecuzioni, il 99% del totale mondiale. Nel 2011 e nei primi sei mesi del 2012, non si sono registrate esecuzioni in 4 Paesi (Bahrein, Guinea Equatoriale, Libia e Malesia) che le avevano effettuate nel 2010. Viceversa, 4 Paesi hanno ripreso le esecuzioni: Afghanistan (2) e Emirati Arabi Uniti (1) nel 2011; Botswana (1) e Giappone (3) nel 2012. Nel continente americano, invece, ad aver compiuto esecuzioni capitali nel 2011 sono solo Stati Uniti. Tuttavia, durante lo scorso anno, nessuno Stato “abolizionista” ha reintrodotto la pena di morte, ma l’Idaho, che non compiva esecuzioni dal 1994, ne ha effettuate due, una nel 2011 e un’altra nel 2012. In Africa, nel 2011, la pena di morte è stata eseguita in 4 Paesi (erano stati 6 nel 2010) e sono state registrate almeno 24 esecuzioni: Somalia (almeno 11), Sudan (almeno 7), Sudan del Sud (5), Egitto (almeno 1). Nel 2010 le esecuzioni effettuate in tutto il continente erano state almeno 43, nel 2009 almeno 19, come nel 2008 e contro le almeno 26 del 2007 e le 87 del 2006. In Europa, la Bielorussia continua a costituire l’unica eccezione in un continente altrimenti totalmente libero dalla pena di morte. Nel 2011 due uomini sono stati giustiziati per omicidio e altri due sono stati fucilati nel 2012. Tuttavia, spiega il rapporto, in molti Paesi, per lo più autoritari, non ci sono statistiche ufficiali sull’applicazione della pena di morte. “In alcuni casi, come la Cina e il Vietnam, la questione è considerata un segreto di Stato e le notizie di esecuzioni riportate dai giornali locali o da fonti indipendenti rappresentano una minima parte del fenomeno. Anche in Bielorussia vige il segreto di Stato, retaggio della tradizione sovietica, e le notizie sulle esecuzioni filtrano dalle prigioni tramite parenti dei giustiziati o organizzazioni internazionali molto tempo dopo la data dell’esecuzione. In Iran, dove pure non esiste segreto di Stato sulla pena di morte, le sole informazioni disponibili sulle esecuzioni sono tratte da notizie selezionate dal regime e uscite su media statali o da fonti ufficiose o indipendenti”. Esecuzioni tenute nascoste anche il Corea del Nord, Egitto, Malesia e Siria, mentre in Paesi come Arabia Saudita, Giappone e Singapore, le esecuzioni sono di dominio pubblico solo una volta che sono state effettuate. (ga) © Copyright Redattore Sociale

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