Pace, formato villaggio

by Editore | 4 Agosto 2012 16:18

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A Qalamoun, una zona di altopiani fra Damasco e Homs, il movimento Mussalaha ha registrato un successo nonviolento, come riferisce l’agenzia di stampa cattolica Fides. Mussalaha («Riconciliazione») è un’iniziativa dal basso, intrapresa da varie autorità  locali e religiose, per dimostrare che esiste una via di dialogo e ricomposizione alternativa alla guerra e alle armi. Il 30 luglio è stato firmato un accordo storico tra le forze dell’opposizione di Qalamoun e i rappresentanti di Mussalaha di Yabroud, Qà¢ra, Nebek e Deir Atieh e dintorni. A Qalamoun, zona di antichi monasteri, la popolazione è in maggioranza sunnita ma vi è una forte presenza cristiana.
Da mesi diversi villaggi della regione si erano proclamati «indipendenti» e avevano paralizzato le istituzioni statali e della vita civile con gli scioperi. Questa fase di disobbedienza civile è stata accompagnata da un’insurrezione armata con miliziani che attaccavano postazioni dell’esercito, ma anche alcuni civili ritenuti vicini al governo o troppo concilianti con il regime. Ai miliziani si sono aggiunte le bande criminali che hanno approfittato del disordine e della mancanza di sicurezza per effettuare rapimenti e rapine. Ma in base all’accordo di ieri l’opposizione rinuncia all’opzione militare, e, quindi, vieta ai suoi membri di attaccare le forze governative, militari o di sicurezza e i civili. Essa depone le armi e rimette la sicurezza nelle mani dello Stato. 
Da parte sua il governo si è impegnato a garantire alla popolazione civile la libertà  di esprimersi democraticamente attraverso manifestazioni e sit-in. I prigionieri politici che non si sono macchiati di delitti di sangue sono stati liberati e le persone rapite a scopo politico o di lucro sono state rimesse in libertà . Le famiglie sunnite divise tra oppositori e lealisti oltre tra oppositori di diverse fazioni si ritrovano riunite da questo accordo.
Dal Monastero di Qara suor Claire Marie, francese di nazionalità , coltivatrice di erbe officinali, al telefono dice la sua gioia: «E’ anche stato liberato un ragazzo rapito. Noi preghiamo tanto perché la battaglia di Aleppo si concluda presto e tacciano le armi in tutta la Siria».

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