by Editore | 28 Agosto 2012 15:05
Oggi sono in molti a sostenere che il carbone di Nuraxi Figus può diventare un’opportunità di crescita dell’economia sarda e non solo. Potrebbe trasformarsi addirittura in energia pulita. Naturalmente è necessario un atteggiamento propositivo da parte potere pubblico; servono investimenti e soprattutto è necessario un cambio di mentalità rispetto al passato: non più denaro pubblico senza condizioni alle imprese che occupano pochi lavoratori e scappano dopo aver devastato il territorio e realizzato notevoli guadagni e speculazioni.
C’è bisogno di un’altra filosofia, di un nuovo modo di affrontare le attività produttive che siano in grado di realizzare fonti di energia rinnovabile. È questa la scommessa a cui lavorano, tra molteplici difficoltà , alcune componenti sindacali e qualche formazione politica col sostegno delle associazioni ambientaliste e dei gruppi di intervento politico e culturale.
Queste stesse formazioni sostengono che già a Nuraxi Figus si potrebbe avviare questo corso nuovo soprattutto se si riuscirà a sconfiggere l’immobilismo di chi gestisce il potere centrale.
È un progetto ambizioso perché destinato a ridare vigore anche alle aziende in crisi e perciò a collocare l’economia della Sardegna in un contesto più dinamico. La lotta di questi giorni condotta dai minatori ha dunque questa valenza, a maggiore ragione ha bisogno di una forte solidarietà e di grande sostegno sociale.
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