Mps, profondo rosso da 1,6 miliardi per la maxi-svalutazione di Antonveneta

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MILANO â€” Semestrale in profondo rosso per Mps. Il mercato si aspettava una perdita di poco superiore al miliardo, la gestione Viola-Profumo ha deciso di usare il machete, svalutando di 1,528 miliardi gli avviamenti (quasi solo Antonveneta) arrivando quindi a contabilizzare nel semestre una perdita complessiva pari a 1,617 miliardi contro l’utile di 261,4 milioni dei primi sei mesi del 2011. Le svalutazioni effettuate nel secondo trimestre dell’anno (come del resto era stato annunciato con il piano industriale) costituiscono «un ulteriore, penso definitivo, giro di svalutazioni », che porta la banca ad avere un’incidenza del goodwill sul totale degli asset «tra i più bassi» del sistema bancario, ha spiegato l’ad Fabrizio Viola, nel presentare i risultati. Che, in conference, ha precisato come il processo di emissione e le caratteristiche tecniche dei nuovi Tremonti bond devono ancora superare l’esame della Commissione europea. Aggiungendo che la semestrale dimostra «l’impossibilità  di differire il piano» industriale. Che non tirava una bella aria, sui conti Mps, si era già  capito dalla vigilia, quando il presidente Alessandro Profumo intervenendo ad un convegno cittadino del Pd aveva sparato a zero nei confronti dei predecessori: «La qualità  della gestione precedente non è stata buona. Questo è evidente, altrimenti non dovremmo chiedere oggi 3,4 miliardi di euro»
allo Stato, ha detto. Ma, ha aggiunto il banchiere, i problemi non si limitano agli shopping dissennati: «L’errore maggiore non è stato l’acquisto di Antonveneta ma l’acquisto di 27 miliardi di titoli di Stato che oggi ci mangiano 5 miliardi di capitale. Senza questi titoli non avremmo avuto bisogno di supporto pubblico». Anche se, ha specificato, «quando ero presidente di Unicredit mi fu offerto di acquistare Banca Antonveneta, ma rifiutai perché il costo mi sembrava alto». Per poi concludere che è impellente «razionalizzare il sistema distributivo e fare delle scelte: o le facciamo e cerchiamo di stare in piedi o a un certo punto non ci stiamo più».
La semestrale dimostra il momento di difficoltà  del Monte: il risultato operativo netto del semestre cala a 182,5 milioni (-69,1%) mentre migliora il core tier1 (al 10,8%). La banca acquisisce nuovi clienti (46.000 mila nel semestre) e vara il piano di rilancio commerciale ma accusa (in verità  in buona compagnia nel sistema bancario) un peggioramento degli indicatori nel secondo trimestre dell’anno rispetto al primo. Non solo, peggiora la qualità  del credito: Mps contabilizza rettifiche nette di valore per deterioramento di crediti per circa 839 milioni (+48,7% rispetto al semestre 2011) mentre il totale degli impieghi verso clientela cala (-6,2% sull’anno precedente) a causa del rallentamento del ciclo congiunturale. In compenso, migliora il cost/income, mentre le azioni di contenimento delle spese per il personale continueranno spedite (tra l’altro ieri Viola e i due vice-presidenti hanno rinunciato agli emolumenti aggiuntivi relativi alle cariche). La banca infine ha fissato per il 9 ottobre l’assemblea straordinaria per l’aumento di capitale da un miliardo (già  previsto nel piano industriale) eventualmente da attuare a partire dal 2014.


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