Mora scarcerato, ha perso 50 chili “Risarcisco tutti e cambio vita”

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MILANO â€” È disposto «a soddisfare i creditori per quanto possibile», «ha totalmente ammesso le sue responsabilità », ma, soprattutto, si trova ormai in una «condizione psicologica e fisica» incompatibile con il carcere. Tredici mesi dopo il suo arresto per bancarotta, Lele Mora è tornato un uomo libero. Con un provvedimento firmato dal giudice di sorveglianza di Milano Roberta Cossia, l’ex talent scout delle aspiranti stelle del piccolo schermo ha lasciato ieri mattina il carcere di Opera. Appena la sua salute migliorerà , Mora trascorrerà  il resto della pena passando qualche ora al giorno nel centro di recupero di don Antonio Mazzi, Exodus, esattamente come avevano richiesto i suoi legali, Gianluca Maris e Nicola Avanzi (ieri, il fondatore del centro ha puntualizzato che per lui «non è ancora pronto alcun programma di recupero»). Mora era finito in carcere il 20 giugno 2011, dopo che era stata dichiarata fallita la sua Lm management, la società  che fino a qualche mese prima riforniva soprattutto i canali Mediaset di gran parte di soubrette e concorrenti a reality show. Un buco da poco più di 8 milioni di euro, la causa dell’insolvenza.
Tanti i soldi incassati promuovendo i suoi clienti, mille volte più elevate le uscite, destinate a ville da sogno prese in affitto, auto di lusso, cene per decine di persone. E nonostante la voragine finanziaria, una fetta di attivi l’ex talent scout aveva cercato di nasconderli su conti svizzeri, come avevano accertato le indagini dei pm milanesi Fusco e Carducci. Anche se durante i suoi numerosi interrogatori, Mora ha sempre
negato questa ipotesi.
A dicembre era arrivata anche la condanna, ormai definitiva, a quattro anni e tre mesi di carcere. Durante questo anno, a Opera si sono presentati più volte uomini dello spettacolo e soprattutto esponenti politici del Pdl per esprimergli vicinanza e affetto. L’onorevole Renato Farina si era spinto a spacciare come assistente un ex tronista che altro non era se non un giovane cliente di Mora.
La falsa dichiarazione è costata una condanna in primo grado per falso per entrambi.
La gestione fallimentare della sua Lm, Mora è tornato a spiegarla nell’incontro avuto con il giudice in carcere due giorni fa. Tutta colpa «di un modo di vivere e un mondo di cui io stesso sono stato, alla fine, una vittima». Ma quello che ha colpito il giudice di sorveglianza incontrando il detenuto illustre lunedì scorso è stato
soprattutto il suo stato fisico, Mora «risulta aver perso durante la carcerazione più di 50 chilogrammi di peso». È stato questo il motivo per cui ha potuto usufruire della Legge Simeone. L’affidamento in prova sarebbe arrivato non prima di un mese, le gravi condizioni di salute hanno accelerato la sua scarcerazione.
Al momento sarà  ospitato nell’abitazione del figlio, anche se i guai giudiziari sono
tutt’altro che finiti per Mora. Nel procedimento per bancarotta, il tribunale fallimentare ha dichiarato anche il crac personale dell’indagato. D’ora in poi, per l’ex talent scout di tronisti e cubiste sarà  praticamente impossibile avviare un nuova attività  economica. Attraverso la misura adottata dai giudici, non gli verrà  consentito di avere nemmeno rapporti bancari e i suoi eventuali futuri stipendi, finiranno ai creditori della Lm. Fino a oggi, infatti, nonostante i buoni propositi del bancarottiere, alle parti civili non è stato restituito un solo euro.
Non solo. Mora è imputato insieme a Nicole Minetti e all’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, nel processo bis per il cosiddetto Rubygate. Accusato di aver selezionato e poi arruolato le partecipanti al bunga bunga di Arcore, a casa dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Mora rischia una condanna altrettanto pesante legata alla prostituzione. Se si dovesse arrivare a questa soluzione processuale, per lui le
porte del carcere si dovranno per forza riaprire.
Nel frattempo, l’ex procacciatore di talenti dei canali Mediaset, giura di voler cambiare la propria vita. Lavorare al fianco di don Mazzi, ha messo a verbale nell’incontro in carcere di due giorni fa, «avrebbe la valenza di integrare e soddisfare le nuove esigenze di cambiamento di vita». Parola di Lele Mora.


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