by Editore | 2 Agosto 2012 8:30
HELSINKI — «Caro Mario». «Caro Jyrki». Il presidente del Consiglio italiano è venuto qui, alla Kesà¤ranta, residenza sul mare del premier finlandese Katainen, per misurare le distanze fra i Paesi dell’euro. Per cercare di ridurle.
Innanzitutto, con grande cautela, Monti dice una cosa nuova: «L’Italia non sembra aver bisogno di aiuti particolari per salvare la sua economia. Gli aiuti potrebbero essere necessari, forse, in relazione alla lentezza dei mercati nel capire gli sforzi e i progressi fatti dall’Italia e da altri Paesi». In realtà , secondo Monti, l’aiuto servirebbe al funzionamento del mercato dei titoli di Stato, dove gli spread non rispecchiano le situazioni attuali dei Paesi: «Se l’aiuto fosse dato nel senso di migliorare la stabilità dell’eurozona, all’Italia spetterebbe de facto». Su questo Katainen è d’accordo: «Non credo che l’Italia abbia bisogno dell’aiuto europeo. Non è giusta la sensazione che alcuni Paesi non facciano mai abbastanza. Altrimenti è come se si vivesse da criceti nella ruota, correndo senza fine… Tutti dobbiamo lavorare per arginare la paura, far funzionare di nuovo l’economia di mercato».
Katainen ha 40 anni, fisico atletico, faccia da attore. Il suo governo fa parte, con l’Olanda, del fronte dei «duri dell’euro», filotedeschi, quelli che non vogliono pagare i debiti degli altri: «La Finlandia — dice — ha creduto nella Ue basata su regole severe, valide per tutti. Ma ciò non si è rivelato vero». Il dialogo è stato cordiale. Monti è venuto a spiegare le riforme varate in pochi mesi. Katainen ha ammesso che ci sono state «incomprensioni» (perfino la minaccia del suo governo di uscire dall’euro), ma tre quarti dei finlandesi sono favorevoli alla moneta unica. Katainen dà fiducia a Monti, tuttavia, sullo sfondo, resta l’incognita, mai pronunciata di fronte alla stampa: dopo Monti l’Italia terrà la stessa rotta? In un’intervista al giornale Helsingin Sanomat, Monti spiega che lo strumento per gli eventuali aiuti potrebbe essere una «combinazione» fra i due fondi Ue (Efsf e Esm, sottoposto all’approvazione della Corte costituzionale tedesca) e Bce, per dare «una boccata d’ossigeno» ai Paesi diventati virtuosi, come l’Italia. La Bce di Mario Draghi riunisce oggi il suo board e Monti non si sbilancia: «Vedremo cosa decideranno. Vorrei che lo stesso rispetto che portano i capi di governo all’indipendenza della Bce, appartenesse anche ai membri del board». Colpo di stiletto al presidente Bundesbank, che ha criticato le aperture di Draghi a sostegno dell’euro. Se oggi la Bce deciderà acquisti di titoli di Stato dei Paesi dove lo spread è troppo alto se confrontato con il risanamento intrapreso, questo accadrà probabilmente fino all’entrata in funzione del fondo Esm.
Ma il nodo è: l’Esm potrà avere licenza bancaria, potrà cioè ottenere prestiti dalla Bce, con un potenziale moltiplicato di azione? Monti dice: «La licenza bancaria aiuterebbe». Katainen è contrario: «Si rischia di accrescere le perdite». Il premier finlandese non vuole la «mutualizzazione dei debiti» e propone covered bond, interventi dei fondi Ue coperti da garanzie reali dei Paesi beneficiati, come beni immobili. Contrario alla licenza bancaria anche il Consiglio dei ministri tedesco, così il giornale Der Spiegel scrive che Monti «va verso lo scontro con Merkel». Monti vuole calmare le acque: «Questo tema non è stato oggetto di recenti conversazioni con la cancelliera Merkel. Sulla licenza bancaria le posizioni potranno evolvere nel corso del tempo».
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