Mezzo secolo di meditazione fa festa il tempio della New Age

by Sergio Segio | 21 Agosto 2012 5:53

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SAN FRANCISCO. UNA Shangri-La inventata nell’Occidente estremo. È in uno scenario di sogno: uno scorcio incontaminato della costa californiana, nella foresta di Big Sur, sopra le scogliere che si affacciano sul Pacifico e si raggiungono percorrendo la Highway 1, la più spettacolare strada americana. Ma mentre prepara la celebrazione del suo 50esimo anniversario, lo Esalen Institute affronta una crisi d’identità , incassa accuse di “commercializzazione”, e deve ridefinirsi una vocazione originale. Dal centro Esalen di Big Sur partì una rivoluzione culturale, dalle conseguenze profonde sulla società  americana e su tutto l’Occidente. Il fascino per le religioni dell’Estremo Oriente era nato prima, con la filosofia romantica tedesca di Schopenauer e il romanzo-culto “Siddharta” di Hermann Hesse. Ma è a partire dalla fondazione di Esalen nel settembre 1962, che l’influsso orientale diventa un trend di costume, una moda di massa, contagia lo star system, ispira eventi-simbolo come il viaggio dei Beatles in India (1968). E’ nel laboratorio di Big Sur che il buddismo zen incrocia l’ambientalismo post-industriale, la nascita dell’agricoltura biologica, l’esplosione dello yoga e del tai-chi, la loro fusione con la psicanalisi junghiana e la teoria della Geautocoscienza stalt. Tra le innovazioni di questo sincretismo, l’Esalen Institute ha “cooptato” tra le sue dottrine anche l’antica religione dei Maya. Offre corsi di astrologia in cui uno sciamano Maya, Miguel Angel Vergara, spiega che il 2012 non è affatto l’anno della fine del mondo, bensì segna «il ritorno del dioserpente, Kukulkan, quindi l’inizio di un’altra New Age, un’era di illuminazione spirituale, perché Kukulkan è l’energia sacra che pulsa all’interno di ogni atomo». Esalen resta un luogo unico, grazie alla sua fedeltà  a un’idea “olistica” della cura del nostro corpo e della nostra mente. Ha conservato la tradizione originaria di una “spiritualità  non religiosa”, che attira verso la meditazione un popolo di agnostici, atei, o seguaci di tutte le fedi del mondo. Ma a mezzo secolo dalla sua nascita, la prima ragione di crisi d’identità  sta nel suo successo. Lo yoga ha oltre 15 milioni di praticanti in tutta l’America, qui a San Francisco come a New York i centri di yoga o di tai-chi pullulano in ogni quartiere. Massaggi orientali e agopuntura, medicine ayurvediche e terapie “olistiche”, ashram per ritiri di meditazione nella natura: le offerte concorrenti sono ormai dappertutto, sia che vengano da veri specialisti o da abili ciarlatani. Diffusione di massa e concorrenza hanno “traviato” Esalen? Basta andare sul sito del centro di Big Sur, per vedere che le accuse non sono senza fondamento. I “pacchetti” offerti hanno l’apparenza simile alle “spa-resort” o “beauty-farm” alternative e di lusso. Si parte da 4.880 dollari più Iva, per un ritiro di 26 giorni (32 ore di “lavoro” al giorno) che include “sedute quotidiane di yoga, meditazione e pratiche contemplative, movimenti e danza, sessioni di psicologica secondo il metodo Gestalt, arti marziali, coltivazione biologica nell’orto dell’istituto, bagni contemplativi”. E accanto alla sistemazione più spartana nelle yurt (tende mongole) ci sono ormai soluzioni più confortevoli e lussuose, previo sovrapprezzo. A fianco ad un seminario impegnativo come quello intitolato “Il cuore del buddismo”, che sarà  tenuto da Noah Levine dal 28 ottobre al 25 novembre, ci sono anche possibilità  di semplici sedute di massaggi da 165 dollari l’ora, e l’accesso in abbonamento alle terme calde per nudisti («si accettano tutte le carte di credito»). Come non bastasse, nella vicina Carmel — celebre per il torneo di golf più esclusivo d’America — Esalen ha aperto una succursale “profanata” dall’accesso a Internet e dal permesso di portarsi i telefonini. L’attuale presidente di Esalen, lo psicologo “gestaltiano” Gordon Wheeler, respinge le accuse e spiega la strategia per il rinnovamento. «Dopo 50 anni — dice — puntiamo su una nuova vocazione sociale. Non basta trasformare l’individuo, occorre fare leva sul cambiamento di ciascuno e trasferirlo ai problemi sociali del nostro tempo. Il mondo ne ha bisogno ». Tra i nuovi corsi offerti ce n’è uno che sembra fatto per generare nuovi movimenti come Occupy Wall Street. Si chiama “tecniche di comunicazione nonviolenta”, comincia il 25 novembre sotto la guida di Jean Morrison, e ha già  quasi il tutto esaurito. La leggenda continua…

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