by Editore | 27 Agosto 2012 12:06
BERLINO — «Siamo in un momento decisivo, tutti dovrebbero pesare molto bene le parole». La Cancelliera è intervenuta personalmente per cercare di bloccare quelle che Antonis Samaras aveva chiamato, nella conferenza stampa di venerdì, le «esternazioni tossiche». L’appello del premier greco non è servito a niente, vedremo che effetto avrà quello di Angela Merkel. Ma non è certo un segnale positivo che la «donna più potente del mondo» debba occuparsi in primo luogo delle intemperanze di Alexander Dobrindt, il segretario generale della Csu (i cristiano-sociali bavaresi), uno dei vari esponenti politici della maggioranza di governo che di augurano l’uscita di Atene dall’euro. Nell’«intervista estiva» di ieri alla prima rete televisiva tedesca, la Cancelliera ha lanciato anche un doppio messaggio al presidente della Bundesbank, che in una intervista a Der Spiegel aveva confermato la contrarietà agli acquisti di titoli pubblici dei Paesi in difficoltà . La Bce «è indipendente e ha un mandato molto chiaro e strettamente limitato per contribuire alla stabilità della valuta», ma Jens Weidmann fa bene a «mettere in guardia i politici». «Lo appoggio — ha aggiunto — e credo che sia un bene che lui, in quanto capo della Bundesbank, abbia molta influenza nella Bce».
La giornata si era aperta infatti proprio con le parole di quello che lo Spiegel ha chiamato «il guardiano tedesco delle monete». Il capo della Bundesbank ha detto al settimanale di Amburgo che l’acquisto di obbligazioni equivale «a finanziare gli Stati stampando moneta» e che l’istituto presieduto da Mario Draghi deve essere più trasparente perché non è «un politburo». «Immaginare che il consiglio della Bce stabilisca i tassi sui bond è per me scabroso», è stata un’altra delle frasi centrali dell’intervista. Da Dobrindt, invece, ancora critiche al numero uno dell’Eurotower («un falsario di monete») e il nuovo affondo contro i greci. «Devono capire prima o poi — ha dichiarato alla Bild am Sonntag — che cammineranno meglio sulle loro gambe fuori dall’euro».
La pazienza ha un limite, e un intervento della Cancelliera per bloccare la deriva antigreca, all’indomani della missione di Samaras, era atteso. E così è accaduto. Nei giorni scorsi questo problema era stato già al centro di un incontro con il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, che sabato si è scagliato contro coloro che fanno «mobbing» nei confronti di Atene per «interessi di partito». Altrettanto duro l’attacco alla Csu di un altro esponente liberale, il ministro della Giustizia Sabine Leutheusser-Schnarrenberger: «La nostra democrazia non ha bisogno di una forza populistica euroscettica».
Oltre ad ammonire i «falchi» del suo schieramento, Angela Merkel ha detto di ritenere «molto seria» la determinazione del nuovo governo ellenico. Vanno seguiti con attenzione, ha rilevato, gli sforzi che si stanno facendo per rispettare gli impegni. La posizione tedesca comunque non cambia: «C’è ancora molto da fare» e «bisogna aspettare il rapporto della troika». Di ribadire la linea di un «non rinvio» nel calendario delle riforme strutturali imposte al governo di Atene si è incaricato il ministro dell’Economia, il liberale Philipp Rà¶sler. Mentre invece, con una mossa a sorpresa, il cancelliere austriaco Werner Faymann, socialdemocratico, ha sostenuto che non sarebbe sbagliato accordare alla Grecia una dilazione di due o tre anni per ripagare il suo debito se i tagli alla spesa concordati verranno effettivamente realizzati.
Il terzo fronte su cui è impegnata Angela Merkel è quello legato al rafforzamento del controllo delle politiche di bilancio e a uno sviluppo dell’unione politica. Al di là degli scenari che potrebbero emergere nei prossimi mesi, e dell’ipotesi di arrivare a un nuovo trattato, è un dato di fatto che la Germania vuole andare avanti su questa strada e ritiene che già troppo tempo sia stato perso. «Abbiamo bisogno — ha detto la Cancelliera — di maggiori obblighi comuni, di più coerenza, di diminuire le differenza di competitività tra i singoli Stati». È un avvertimento per tutti. Sarà , questa, la «missione» tedesca nei prossimi mesi.
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