by Editore | 25 Agosto 2012 9:20
BERLINO — «Voglio che la Grecia resti nell’euro». La piccola frase di Angela Merkel ieri ha acceso per Atene almeno una debole speranza. Per il premier ellenico Antonis Samaras, il vertice qui con la “donna più potente del mondo” è stato, quantomeno a livello emozionale e di clima politico, un piccolo successo. I mercati restano prudenti: dopo il segnale di “Angie” alla Grecia e le promesse d’intervento della Federal reserve, la discesa delle Borse è rallentata. Milano cala dello 0,49, Londra e Parigi guadagnano appena lo 0,02, Francoforte più 0,31. Pesano altre incertezze. Soprattutto la pessima notizia diffusa dall’agenzia Bloomberg secondo cui la Banca centrale europea avrebbe deciso di rinviare a dopo il 12 settembre — la prevista sentenza della Corte costituzionale tedesca sulla conformità o meno del fondo salva Stati Esm con la legge fondamentale della Bundesrepublik — ogni decisione d’intervento massiccio sui titoli sovrani dei paesi in difficoltà .
«Io voglio che la Grecia resti membro dell’eurozona, e sono sicura che il governo greco sta facendo tutto il possibile. Certo, chiediamo alla Grecia di passare dalle parole ai fatti, e prima di ogni decisione su nuovi aiuti, d’accordo con il presidente francese aspetteremo il parere della Troika, fine settembre». Così, nella Berlino nuvolosa di fine agosto, Angela Merkel in giacca beige e pantaloni bianchi ha accolto Samaras alla cancelleria, dopo che la banda della Bundeswehr aveva intonato “Salve, o cara libertà ”, l’inno ellenico. Parole, ma verso Atene Merkel non le aveva mai pronunciate prima. E poi, ancora: «Sappiamo quali sacrifici i greci stiano affrontando per restaurare la credibilità dell’euro».
Un lip-service per l’ospite al suo primo viaggio estero, ma comunque una svolta nel linguaggio tedesco. Sconfessa il quotidiano frasario pesante dei falchi di qui. Appena ieri mattina, il capogruppo parlamentare della Cdu-Csu (il partito di Merkel)
con tatto zero verso l’ospite aveva detto in tv che «non daremo più un soldo, un’uscita della Grecia non sarebbe un problema per l’euro». No, ha detto Merkel a Samaras: la mia maggioranza di governo seguirà la mia linea. Per Atene, le condizioni restano dure. Samaras lo ha ricordato: «Noi stiamo rispettando e rispetteremo gli impegni, confido che il rapporto della troika lo segnalerà . Vi chiedo una pausa per respirare, riprendere fiato: ci serve una prospettiva di ripresa economica, anche per consolidare e risanare. E guai quando politici europei parlano di possibile ritorno alla dracma. Come faccio allora a privatizzare, come convinco investitori internazionali a spendere euro per poi incassare in dracme?». Farò di tutto per spiegare la realtà in Europa, nel mio paese, nel mondo politico tedesco, ha replicato Merkel. L’ultima chance greca, dopo l’apertura della cancelliera, non è ancora vinta ma appare un minimo meno disperata. Oggi Samaras sarà a Parigi da Franà§ois Hollande, il cui vertice di giovedì qui con “Angie” non sembra estraneo ai primi, cauti nuovi toni tedeschi sulla Grecia.
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