l’Iran punta tutto sul Vertice

by Editore | 26 Agosto 2012 15:53

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La capitale di un paese isolato tra le nazioni, o una «capitale del mondo»? Di sicuro Tehran in questi giorni assomiglia a un grande hub mondiale. Da oggi e fino al 31 agosto infatti nella capitale iraniana si tiene il vertice del Movimento dei Non Allineati, a cui partecipano 120 paesi membri e 21 paesi osservatori. Con l’occasione l’Iran assumerà  la presidenza di turno del Movimento per i prossimi tre anni. A Tehran sono attesi inoltre altri ospiti internazionali, a cominciare dal segretario generale dell’Onu Ban Kimoon. Una 50ina di paesi saranno rappresentati a livello di capo di stato o di governo: come l’egiziano Mohammad Morsi, primo presidente egiziano a mettere piede in Iran dopo la rivoluzione del 1979. Si aggiungano ministri, diplomatici, alti funzionari, giornalisti: le autorità  iraniane aspettano qualcosa come 10mila ospiti dai due terzi del pianeta. Per facilitare le cose sono stati dichiarati cinque giorni di vacanza per gli abitanti di Tehran: si spera che ciò ridurrà  il traffico, sempre mostruoso in questa metropoli di 13 milioni di persone. L’Iran ha investito molto in questo vertice – dal ripulire le strade a mettere in campo nuove flotte di auto blu. Ma non si tratta solo di garantire il buon funzionamento di una conferenza internazionale. Per i dirigenti iraniani la posta in gioco è rompere l’immagine di isolamento internazionale in cui la Repubblica islamica si trova: additata come «minaccia alla sicurezza» per il suo programma nucleare, assediata da sanzioni sempre più dure, tagliata fuori dal sistema bancario internazionale, con difficiltà  crescenti perfino a vendere il suo petrolio. Nei commenti ufficiali il vertice è «un’opportunità » per dimostrare al mondo (forse anche ai suoi cittadini) che il paese non è isolato, ma casomai vittima di una campagna discriminatoria da parte delle grandi potenze. Paradossalmente, a dare importanza al vertice di Tehran hanno contribuito gli attacchi polemici scatenati negli ultimi giorni da Washington e da Tel Aviv: come quando il premier israeliano Binyamin Netaniahu ha addirittura telefonato al segretario generale dell’Onu per chiedergli di non andare a Tehran, per non «legittimare un regime» che minaccia di cancellare Israele. O quando la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, ha detto che l’Iran «non merita» il ruolo di ospite e ne approfitterà  per «manipolare i partecipanti», e che il viaggio di Ban Ki-moon «non manderebbe un buon segnale». Pressioni vane, perché mercoledì scorso Ban Ki-moon ha confermato che andrà  a Tehran, proprio come i suoi predecessori sono andati a tutti i precedenti vertici del Non Allineati. Il suo portavoce Martin Nesirky ha precisato che Ban è consapevole della «delicatezza» della visita, ma che come segretario generale dell’Onu ha delle responsabilità  verso i Non Allineati e verso l’Iran; certo userà  l’occasione per «dire ai dirigenti cosa il mondo si aspetta da Tehran». Così mercoledì Ban si rivolgerà  al vertice, e così Morsi, e avranno prima ascolterato il saluto dell’ayatollah Ali Khamenei, prima autorità  dello stato nella Repubblica Islamica. Cosa aspettarsi dal Vertice dei Non Allineati? Non molto, oltre al fatto che avviene. Negli ultimi tempi questi vertici si sono finiti in dichiarazioni di principio: quelli recenti hanno condannato l’invasione Usa in Iraq e la «guerra al terrorismo», difeso l’autodeterminazione del Sahara occidentale, dichiarato appoggio allo «sviluppo sostenibile» e alla «cooperazione SudSud», affermato la necessità  di riforma delle Nazioni unite. Certo, questa volta sullo sfondo c’è la crisi in Siria, e la cosa potrebbe farsi più interessante. Ma non bisogna aspettarsi prese di posizione precise: l’Iran è considerato tra i sostenitori del regime di Bachar al Assad (e ha sostenuto il tentativo di pace di Kofi Annan) mentre altri paesi membri (i paesi arabi del Golfo) sostengono e armano le forze ribelli. Il 3 agosto, quando l’Assemblea generale dell’Onu ha approvato una risoluzione di condanna del governo siriano, 70 dei 120 paesi Non Allineati hanno votato a favore, e solo 8 hanno votato con Siria, Iran, Cina e Russia. Dimostrazione, se serviva, che i Non Allineati non sono un blocco politico. L’Iran dichiara che nei suoi tre anni di presidenza lavorerà  per dare al Movimento dei Non Allineati una struttura organizzativa efficace (non è mai stato più che una «conferenza di nazioni»), per ridare al gruppo un peso internazionale contro la «dominazione occidentale». Obiettivo improbabile, vista la diversità  di interessi e di collocazione politica e geografica dei suoi membri. Ma in fondo non è importante. Per l’Iran «il fatto stesso di ospitare il vertice, indipendentemente dai suoi risultati, è in sé positivo per l’interesse nazionale», si legge sulla rivista on-line di uno dei think thank di politica estera iraniani (International Peace Studies Centre), perché avrà  rotto l’isolamento. Certo che se poi il vertice approvasse una dichiarazione finale per dire che tutti i paesi firmatari del Trattato di Non Proliferazione hanno diritto all’uso pacifico dell’energia nucleare, o che respinge le minacce di attacco a un paese membro del Movimento, per l’Iran sarebbe una vittoria diplomatica piena. Intanto il vertice di Tehran ha catalizzato le aspettative di molti oppositori e attivisti per i diritti umani. La presenza di tanti ospiti internazionali, sperano, sarà  l’opportunità  per farsi sentire. Sperano che le delegazioni ospiti facciano pressione per la liberazione dei prigionieri politici nel paese. Il «Consiglio di coordinamento» del Movimento verde – l’opposizione riformista messa a tacere dopo le contestate elezioni presidenziali del giugno 2009» ha scritto a Ban Ki-moon per chiedergli un gesto, magari chieda di incontrare Mir Hossein Mousavi, sua moglie Zahra Rahnavard e Mehdi Karroubi, i leader riformisti agli arresti domiciliari da oltre un anno. Corre voce di improvvisate proteste flash. Improbabili, con lo schieramento di forze dell’ordine in campo a garantire il buon svolgersi del Vertice. Che si conferma uno dei più interessanti incontri del Non Allineati da molti anni.

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