Legge 40, il governo sta con i vescovi contro l’Europa
“Bisogna ripensarci un attimo a livello nazionale, a livello di esperti, sia per il merito sia anche per il metodo, percheÌ non si eÌ€ passati attraverso la magistratura italiana. Bisogna pensarci. C’eÌ€ stato un superamento della magistratura italiana, eÌ€ singolare” ha detto ieri il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, al santuario genovese della Madonna della Guardia. LA PRESA di posizione del porporato arriva all’indomani della sentenza della Corte di Strasburgo. I giudici europei hanno dato ragione a una coppia, portatrice sana di una grave malattia genetica, la fibrosi cistica, che chiedeva una diagnosi dell’embrione prima dell’impianto. Per scongiurare di mettere al mondo un bimbo malato con limitate aspettative di vita e percorsi di cura costanti e dolorosi. La diagnosi eÌ€ vietata dalla legge 40 e la coppia ha fatto ricorso. E ha vinto: lo Stato italiano eÌ€ stato condannato a pagare un risarcimento. Ma oltre alla Chiesa, la decisione non eÌ€ andata giuÌ€ neanche al ministro della SanitaÌ€, Renato Balduzzi, in queste ore alle prese anche con il “decretone” stoppato sul nascere. Il ministro pensa al ricorso (l’organo d’appello eÌ€ la Grande Camera, tre mesi di tempo prima che la decisione diventi definitiva) motivandolo con la necessitaÌ€ di fare chiarezza. A sottolineare l’opportunitaÌ€ di un “punto di riferimento fermo sulla questione”, e il fatto “che un ricorso da parte del nostro Paese valga proprio a consolidare un punto di riferimento”, eÌ€ stato ieri lo stesso ministro. Una motivazione, quella alla base dell’eventuale ricorso, che peroÌ€ convince poco. Infatti in molti hanno sottolineato che la decisione presa dalla Corte di Strasburgo lascia poco spazio al dubbio. Non c’eÌ€ bisogno di fare chiarezza: i giudici (all’unanimitaÌ€) han- no stabilito che la legge 40 viola i diritti dell’uomo. E non eÌ€ la prima bocciatura per la legge sulla procreazione assistita. Nella sua tormentata esistenza, per 17 volte non ha superato l’esame di un collegio giudicante. Da molti fronti arriva l’invito al governo a cogliere l’occasione per cambiare la legge. In modo da mettere a tacere anche chi accusa Monti di essere europeista solo quando si tratta di chiedere sacrifici. “EVIDENTEMENTE l’europeismo del governo Monti funziona a corrente alternata: quando si tratta di nuove tasse, tagli e sacrifici, i memorandum europei sono irrinunciabili, mentre quando si tratta di rispettare i diritti umani e modificare una legge per restituire a chi ha problemi il diritto alla maternitaÌ€ e alla paternitaÌ€ le decisioni della Corte europea dei diritti umani, l’Europa puoÌ€ attendere”. Ad affermarlo eÌ€ il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, commentando l’annuncio del ministro Balduzzi di voler proporre ricorso. “Invece di fare melina o cercare cavilli per difendere una norma indifendibile, governo e Parlamento devono mettersi a lavoro per una nuova legge”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Lega italiana fibrosi cistica: “Riteniamo che l’obiettivo di una vita “normale” che i malati di fibrosi cistica si stanno faticosamente conquistando sarebbe stato fortemente compromesso dall’ipocrisia di chi, tutelando a parole l’intangibilitaÌ€ della vita, ne sancisce invece la condanna alla sofferenza per chi deve ancora nascere”.
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