«Agevolazioni per chi assume» Fornero riapre il dossier Fisco
RIMINI — Troppe tasse sul lavoro e salari bassi. «Bisogna ridurre il cuneo fiscale e lavorare sulla produttività ». Ma siccome i vincoli di bilancio vanno rispettati, «si può cominciare gradualmente con le aziende che più investono in capitale umano». Vale a dire formazione, welfare interno, quelle che non fanno mobbing e non discriminano le donne. E poi un Piano-giovani, ancora da scrivere ma dal forte significato simbolico. Questi sono i «compiti per le vacanze» del ministro per il Welfare Elsa Fornero, che questa mattina li illustrerà al consiglio dei ministri. L’annuncio viene dato dal ministro prima ai microfoni di «Radio Anch’io», ieri mattina, poi al meeting di Cl a Rimini, insieme a un messaggio di fiducia, il quarto del governo, dopo Monti, Passera e Grilli: «Non un facile ottimismo destinato a infrangersi ma la capacità di progettare il futuro».
Un consiglio dei ministri, quello di oggi, che farà il punto sulla situazione dell’economia, dell’agenda per i prossimi interventi sulla crescita (digitale, start-up, semplificazione, spending review), e che prenderà anche provvedimenti sulla scuola e sulla giustizia. Ci sarà anche il via libera definitivo alla riforma dei tribunali, con la cancellazione di 31 sedi, 667 giudici di pace e 220 sezioni distaccate.
L’apertura della Fornero per mettere mano al cuneo fiscale ha trovato nel segretario della Cisl un facile alleato. Raffaele Bonanni, anche lui a Rimini, ha messo da parte tutti gli screzi avuti con il ministro su pensioni e articolo 18 e si è addirittura detto disposto «ad abbracciarla» se alle parole seguiranno i fatti. Però ha chiesto al ministro di aprire da subito una «tavolo di concertazione in modo che ogni proposta sia trasparente» e di ripristinare le «agevolazioni del 10% sui salari di produttività », introdotte e poi sterilizzate dal vecchio governo. E si è rivolto anche al vicepresidente di Confindustria, Fulvio Conti, augurandosi che a «settembre gli imprenditori aprano un confronto col sindacato per impostare insieme la fase dello sviluppo». Perché, spiega Bonanni, «con il dirigismo non si va lontano».
Elsa Fornero era partita citando il premio Nobel per l’economia, Bob Lucas, e l’importanza delle aspettative razionali: «Il governo prima ha dovuto affrontare le precondizioni per allontanare la crisi finanziaria». Cruciale la riforma delle pensioni che il ministro definisce «la più importante operazione di riequilibrio di finanza pubblica degli ultimi decenni». Ora dunque si può, anzi si deve, guardare alla crescita «che sarà la parte centrale della prossima azione del governo». E «naturalmente bisogna ragionare su che tipo di crescita vogliamo: va bene arricchirsi ma rispettando le leggi e la solidarietà ».
Tutto andrà fatto a parità di gettito: «I piedi devono restare per terra» spiega la Fornero guardando di traverso Bonanni quando reclama «il credito di imposta per le aziende che assumono i giovani». Insomma idee tante, risorse poche. Il ministro mette una briglia a tutte queste «aperture» argomentando che si partirà con «sperimentazioni intelligenti». Secondo Fornero, va fatto anche «un esame minuzioso di tutti gli incentivi alle imprese per vedere cosa ha funzionato e cosa no».
Fornero, Bonanni, Conti sul palco raccontano i mali del passato. Un prelato in prima fila si lascia sfuggire un «ma loro dov’erano?» poi ci ripensa e applaude lo stesso alle proposte che abbondano. Per i giovani si capisce che il massimo ottenibile si gioca sull’apprendistato, oltre a qualcosa sull’imprenditoria e la mobilità regionale. «Sapete perché l’apprendistato non ha funzionato in Italia?» domanda alla platea Elsa Fornero. «Perché è stato usato come alibi per pagare meno tasse». E il ministro sfodera il lancio di un progetto bilaterale italo-tedesco avviato con la collega di Berlino, Ursula von der Leyen, sull’apprendistato «duale». «Stiamo cercando imprese sia in Italia che in Germania e lanceremo il progetto ad ottobre». L’intenzione è di presentarlo nella città di Napoli.
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