by Editore | 27 Agosto 2012 11:07
ROMA — Non convince la politica, la tassa su aranciata e Coca-Cola proposta dal ministro della Salute Renato Balduzzi. L’intento è meritorio – finanziare i livelli essenziali di assistenza, trovare risorse per il fondo per la non autosufficienza, e contemporaneamente combattere l’obesità – ma a molti sembra, più che altro, una scusa.
Maurizio Gasparri, in nome del sacrosanto diritto a una Fanta, alza addirittura le barricate. «L’ennesima tassa non avrà mai il mio voto. Anche se il governo dovesse mettere la fiducia, proporrei di votare no». Secondo il presidente dei senatori pdl «è una vergogna, con la scusa della salute, colpire ulteriormente i consumi». Usano altri toni, ma contrari, anche due parlamentari del Pd che, da medici, conoscono la materia. Beppe Fioroni ricorda di aver depositato il 1° agosto una proposta di legge per finanziare il fondo per la non autosufficienza. «È molto più semplice, per trovare quei soldi, chiedere ai cittadini di rinunciare a un giorno di festività soppressa». Quanto alla lotta all’obesità , «certo, si può prendere in considerazione l’idea di favorire un regime che riduca l’abuso di bevande gassate ed edulcoranti, ma se lo scopo è quello le risorse andrebbero usate per finanziare l’educazione nelle scuole, e per lanciare una campagna che sostituisca merendine o bibite vendute alle macchinette con distributori di spremute e frutta fresca».
È d’accordo il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario. «La cifra stimata da Balduzzi, 250 milioni di euro, sarebbe troppo poco rispetto alle esigenze
delle famiglie italiane che hanno a che fare con la non autosufficienza. Bisognerebbe avere il coraggio di scelte drastiche, come la rinuncia a investire in armamenti, per aumentare i fondi di sanità e ricerca ». E poi, «l’idea di una tassa di tre anni non è certo strategica. Quel che bisogna fare è introdurre un vero corso in tutte le scuole: “la classe degli stili di vita”. Il 20 per cento dei bambini napoletani è obeso, non basta una tassa a cambiare questa tendenza. Quel che serve è una formazione scolastica che educhi a comportamenti sani. Se riuscissimo a trasmettere questo messaggio – come ha fatto la Danimarca negli ultimi 15 anni avremmo persone che arrivano a 70 anni in condizioni di salute migliori, e renderemmo il sistema più sostenibile».
Qualcuno viene in soccorso di Balduzzi. Paola Binetti, udc, neuropsichiatra infantile, spiega: «I cibi spazzatura sono ingannevoli, fanno ingrassare senza che le persone se ne rendano conto. Tassarli, con un’imposta di scopo, mi sembra una buona idea. Non lede la libertà di nessuno e va a incidere sugli stili di vita, che sono i principali colpevoli delle malattie con cui ci ritroviamo a lottare in questi anni». D’accordo anche l’ex sottosegretario alla Salute pdl Domenico Di Virgilio: «Combatto da anni per trovare fondi da dedicare alla non autosufficienza, finalmente un’idea concreta». Ma l’ultima, sonora, bocciatura, arriva da Paolo Cirino Pomicino: «Si prendono soldi dalle tasche degli italiani con l’alibi della salute. Se davvero fosse quello lo scopo, si farebbe un tentativo di persuasione, si ragionerebbe con l’industria del settore. Siamo al dilettantismo più assoluto».
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