La crociata tedesca sui buchi alle orecchie imporli ai bambini può essere una lesione

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BERLINO. Che cosa conta di più, la libertà  religiosa e dei costumi d’imporre riti, o mutilazioni per ideali di bellezza da adulti, oppure il diritto dei bambini a non soffrire, imposto dalla legge d’uno Stato di diritto con divieti elencati in modo metodico, fino al pedante? La Germania si divide su questi temi. Attenti, se vivete nel territorio federale, a decidere di far praticare alle vostre figlie piccole il buchino nel lobo auricolare indispensabile a portare orecchini da teenager o da adulta. Potreste essere incriminati per lesioni a minore. Voi, o il chirurgo o cosmetico o specialista di tatuaggi che sia, e che ha praticato il foro nella parte esterna dell’orecchio della bimba. Il precedente esiste già : un giudice di Lichtenberg, quartiere del profondo est di Berlino, dove a sera le strade sono spesso contese tra gang giovanili, ha avviato un’indagine per decidere se imporre il foro nel lobo auricolare ai propri figli è un’azione penalmente perseguibile. Il caso concreto è quello di due genitori del luogo, non si sa di che origine etnica, che si sono presentati in uno studio di tatuaggi per richiedere il buco per gli orecchini sulla loro figlia di tre anni. E ora il magistrato dovrà  stabilire se una simile pratica non corrisponda a una sorta di attentato all’integrità  fisica della piccola, stabilendo la colpevolezza della coppia. O se invece non sia perseguibile dalla giustizia il tatuatore, per il fatto di non essersi rifiutato di praticare il foro nell’orecchio alla bimba. Discorso che sembra paradossale, che però ha anche lati seri. Tanto che il Parlamento tedesco potrebbe presto introdurre un’età  minima sotto la quale non si possa applicare orecchini o piercing. Il problema è che sono stati i genitori della piccola a denunciare lo studio di tatuaggi, ma ora la sentenza potrebbe punire proprio loro. A fare scattare la denuncia è stata la reazione della bimba all’operazione: ha pianto a lungo e si è poi lamentata per ore del dolore, e una visita medica tre giorni dopo ha constatato in lei una reazione traumatica locale. Trauma doloroso, che poi resta nella memoria: è l’obiezione di molti medici e giuristi tedeschi contro la circoncisione, praticata normalmente per tradizioni religiose nelle famiglie di fede ebraica o islamica. Con la comunità  ebraica si va verso un compromesso: il Consiglio etico federale, autorevole istituzione che valuta la conformità  o meno delle leggi con Costituzione e valori costitutivi postbellici, ha appena espresso un sì condizionato alla circoncisione ebraica. Verso gli ebrei, visto il passato targato per sempre dall’unicità  dell’Olocausto, «siamo in uno stato d’emergenza del diritto», dicono i membri del consiglio. Per cui si può solo chiedere condizioni di igiene totale e anestesia locale per i bambini da circoncidere. La American academy of pediatrics del resto ha appena sentenziato che nella circoncisione infantile i benefici (ridotto rischio di infezioni locali, di cancro locale o di contrarre Hiv e altre malattie mortali) superano i rischi. Ma i giudici adesso si mettono a contestare anche i buchi nelle orecchie delle ragazzine, diffusi qui tra le minoranze come quella turca, la più numerosa, ma anche tra molti bimbi e genitori tedeschi doc. Il diritto dei bimbi piccoli a non soffrire qui passa sopra mode e consuetudini, e pazienza se accontenta anche l’antica passione tedesca per i divieti.


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