La Borsa ringrazia la corsa d’agosto il ritorno degli investitori vale 70 miliardi

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MILANO — Non solo Mediaset. Le azioni del primo network televisioni italiano privato non sono state le sole ad aver corso al rialzo nell’ultimo mese. E il 38% che hanno recuperato dal minimo storico, raggiunto alla fine di luglio, non è nemmeno la miglior prestazione tra le blue chip di Piazza Affari. Molto meglio hanno fatto altre due big del listino milanese come Mps o Finmeccanica: il loro saldo positivo alla chiusura di venerdì scorso – sempre relativamente alla fine del mese scorso – è stato rispettivamente del 63 e del 43%. Questi sono soltanto i casi più clamorosi, la punta più appariscente di quanto accaduto nelle ultime quattro settimane sul principale mercato finanziario italiano. Pochi giorni in cui il listino principale della Borsa italiana spa, il Ftse Mib, ha fatto un balzo di oltre il 23%. Per dare una grandezza economica, questo significa che la Borsa ha recuperato circa 70 miliardi di capitalizzazione, se si sommano tutti i rialzi delle società  quotate. Questo ha dato ossigeno alle aziende, ma soprattutto ha permesso al Ftse Mib di chiudere il buco che si era aperto da inizio anno: con il rialzo dell’altro ieri (con una seduta chiusa a +1,3%), Milano è tornata in nero da inizio anno. Dal primo gennaio, l’indice è in vantaggio, anche se per pochi decimi percentuali (+0,23). E ha lasciato solo Madrid, tra le piazze finanziarie più importanti, ancora in territorio negativo (-11% da inizio anno), nonostante la Bolsa di Madrid abbia corso più di tutti in questo agosto al rialzo senza freni. Ancora lontani, invece i guadagni messi a segno dalle altre piazze: Parigi (+10%), Londra (+10%) e Francoforte (+18%). Per non dire quanto sono lontani i massimi di cinque anni fa, quando la capitalizzazione di Borsa Italiana (secondo i dati dell’agenzia specializzata Bloomberg) aveva raggiunto i 1.100 miliardi di euro, contro i 448 di venerdì scorso. Ma cosa è accaduto per invertire la tendenza che ha visto i mercati toccare il minimo nella seduta del 24 luglio scorso? Per la maggior parte degli operatori si tratta di quelle che in gergo tecnico si chiamano ricoperture. E per altri, dell’onda lunga di quello che è stato definito l’effetto Draghi. Il presidente della Bce, in quei drammatici giorni del mese scorso, ha fatto capire ai mercato che la Bce avrebbe fatto di tutto per salvare l’euro. E che sarebbe stata pronto a intervenire massicciamente per sostenere i paesi in difficoltà  con i debiti pubblici. Per gli investitori, è stato il segnale per correre ai ripari e chiudere tutte le “scommesse” contro l’Italia e della Spagna. In altre parole, i grandi investitori erano posizionati al ribasso sulle principali azioni italiane e anche sull’indice (operazioni che avvengono utilizzando i derivati). Rimanere allo scoperto avrebbe significato bruciarsi parte dei guadagni o peggio. Ecco spiegato il rimbalzo dei titoli del credito, che maggiormente risentono della corsa degli spread e della crisi del debito pubblico, essendo i maggiori acquirenti di titoli di stato. L’intervento dei vertici Bce ha fatto capire che le blue chip non avrebbero più scontato il rischio paese e che i titoli potrebbero tornare a essere valutati secondo i fondamentali di bilancio. Con alcuni operatori che hanno notato i primi segnali di ritorno degli investitori che si sono posizionati sulle società  con le migliori prospettive. Ma continuerà  la corsa al rialzo? A questo punto molto dipenderà  dagli incontri tra i vertici europei, a cominciare dalla prossima settimana sul salvataggio della Grecia. Un’Europa unita sarebbe la risposta migliore agli speculatori.


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