Il premier ostenta sicurezza Sa che la Bce sta per agire

by Editore | 3 Agosto 2012 8:30

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MADRID — I mercati finanziari non hanno capito. «Chiedono tutto e subito», dice Monti. A lui invece bastano le parole di Draghi e le informazioni di cui è in possesso. Le prime definiscono un perimetro di valutazione politica e monetaria che appare irreversibile. Le seconde lo rassicurano sui passi che nelle prossime settimane l’istituto di Francoforte intraprenderà .
Mentre lo spread dei nostri titoli pubblici danza in modo pericoloso, ancora una volta, intorno a quota 500, il premier italiano ostenta una calma olimpica di fronte ai giornalisti, li invita a non considerare la reazione dei mercati: «Quando le parole e le misure che Draghi sta mettendo a punto saranno più definite vedrete che le conseguenze sui tassi si avvertiranno», dice ai suoi collaboratori, prima di lasciare la capitale iberica. In conferenza stampa Monti rimarca alcuni dati che a suo giudizio gli operatori finanziari, ieri pomeriggio, hanno sottovalutato. Primo: «La Bce sente la necessità  di intervenire essa stessa, non solo come agente del fondo europeo, ma essa stessa in prima persona in queste operazioni di mercato». Non c’è insomma solo l’ipotesi di attivare lo scudo antispread definito a fine giugno, potrebbe riprendere, fra gli altri, il programma di acquisti diretti di titoli pubblici da parte di Francoforte. Ma è soprattutto un dato squisitamente politico a produrre un moderato ottimismo: nonostante le resistenze della Bundesbank, ormai la Banca centrale europea si muove entro una cornice diversa da quella dei mesi scorsi, riconosce che appartiene pienamente al suo mandato l’obiettivo di ridurre le differenze negli spread dell’Eurozona.
«I dettagli verranno, saranno messi a punto», continua Monti, invitando dunque a non aver fretta, mentre Rajoy enfatizza il passaggio di Draghi su possibili misure «non convenzionali». L’importante è che le dichiarazioni fatte a Londra siano state confermate, per di più «al termine del consiglio dei governatori della Bce. Quella di Londra era un’autorevolissima dichiarazione personale. Il peso, ora, mi sembra non diminuito per i contenuti e aumentato per quanto riguarda il valore». 
«Rispetto al testo sull’impegno per la stabilità  finanziaria dell’Eurozona vedo una sottolineatura da parte della Bce della propria adesione a questi obiettivi», continua Monti, un dato che mi sembra «oggettivamente molto significativo, e che non so se i mercati, tenuti ad agire nel millesimo di secondo, abbiano pienamente valutato».
In sintesi, continua il presidente del Consiglio, «si riconosce che l’elevatezza degli spread per i titoli di alcuni Paesi forse sono un problema di quei Paesi», ma forse sono anche «un problema per tutta l’Eurozona. Ormai è un problema di valenza comunitaria, che tocca al cuore la funzionalità  della politica monetaria». Mariano Rajoy, che gli è fianco, esprime lo stesso concetto: «La Bce ha preso atto che la frammentazione finanziaria mette a rischio l’interezza della politica monetaria europea». Per tutti questi motivi si registrano «diversi passi avanti, nessuno indietro». E per far sì che vadano nella direzione giusta occorre «che ciascuno faccia bene i propri compiti a casa e che tutti noi facciamo bene i compiti nella nostra casa comune europea senza contraddirci gli uni con gli altri».

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