by Editore | 17 Agosto 2012 10:03
BERLINO — «Mario Draghi e la sua Banca centrale europea sono completamente in linea col mio governo; bisogna fare presto per salvare l’euro, il tempo passa velocemente; occorrono più poteri alla Commissione europea sui bilanci nazionali, quale primo passo verso più Europa politica». Dal Canada, dov’è in visita ufficiale, Angela Merkel ha lanciato un improvviso contrattacco. Si è sentita costretta a rispondere alla nuova, pesante offensiva,
stavolta bipartisan, dei falchi tedeschi, contro il presidente della Bce e contro gli aiuti della Eurotower ai Paesi in crisi. E’ stato un giovedì di guerra aperta, nei vertici politici tedeschi. E per dare la priorità alla difesa di Draghi, Merkel ha concesso agli ortodossi rigoristi un no al disperato appello della Grecia. Ha infatti respinto l’ipotesi di concedere ad Atene due anni in più (fino al 2016 anziché fino al 2014) per risanare i suoi conti con tagli di 11,5 miliardi. Gli impegni assunti con la Trojka (Bce, Ue, Fmi) vanno rispettati, niente rinvii o dilazioni, insiste la donna più potente del mondo.
I falchi alzano il tiro, e ormai il loro obiettivo è scoperto: frenare la linea Merkel di appoggio a Draghi e di disponibilità a negoziati con Franà§ois Hollande e Mario Monti. L’offensiva, ieri mattina, l’ha aperta a sorpresa la Spd (socialdemocrazia, il più antico partito di sinistra europeo e il più forte all’opposizione a Berlino). «Merkel sbaglia tutto, per colpa sua e soprattutto di Draghi e della politica non trasparente che ha imposto alla Bce la Germania si trova sulle spalle aiuti, crediti, garanzie a Paesi
in crisi per mille miliardi», ha tuonato Carsten Schneider, responsabile di politica finanziaria. Ha rilanciato poi Claus-Peter Willsch, della Csu bavarese, partito fratello regionale della Cdu della Merkel: «Nella Bce bisogna cambiare tutto — ha detto — . Bisogna ribilanciare i voti dei Paesi rappresentati nel board e dare a Berlino più voti e soprattutto il diritto di veto. Draghi fa deragliare la Eurotower dal suo mandato, perché gli acquisti di titoli sovrani sui mercati secondari sono sostegno diretto ai governi dei Paesi in crisi, e ciò è proibito dallo statuto della banca centrale». Infine l’intervento del liberale Frank Schaeffler: «E’un errore che Cipro o Malta nel vertice della Bce abbiano lo stesso peso della Germania». Posizione sempre più difficile, dunque, per Angela Merkel. Che da Ottawa ha replicato duro: «Dobbiamo fare tutto il possibile per salvare l’euro, rinnovo il mio appello alla disciplina di bilancio dei Paesi membri. Prendano esempio dal Canada che mi ospita, questo Paese mostra come si fa a evitare di vivere a credito». E poi è venuta la difesa di Draghi: «La Bce è completamente indipendente, ma ciò nonostante la sua politica è completamente in linea con noi», l’impegno di Draghi a fare tutto il necessario per difendere la moneta comune «è completamente in linea con la Germania e con quanto noi diciamo da tempo».
La cancelliera ha poi rilanciato in sostanza la richiesta di accelerare la costruzione dell’Europa politica: «Auspico maggiori poteri alla Commissione europea per intervenire direttamente nelle scelte di bilancio dei Paesi dell’eurozona».
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