GALLERIA BORGHESE IL CROLLO DI UN MUSEO

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ROMA – Giornata nera per la Galleria Borghese e se è nera per la Galleria Borghese è nerissima per tutto il patrimonio culturale italiano. Dalla facciata dell’edificio, proprio sotto la terrazza, si è staccato parte dello stemma con i simboli dei Borghese, che quell’edificio costruirono all’inizio del Seicento. Un visitatore è stato appena sfiorato. Mentre si allestiva l’impalcatura per mettere in sicurezza il resto dello stemma, indebolito dalle nevicate, alcuni operai smontavano il bar: niente più caffè e acqua minerale per i duemila visitatori che in media ogni giorno visitano la galleria. Che d’estate sono di più e, allibiti, assistevano allo sgombero, dovuto, si sentiva dire, al mancato rinnovo di una concessione, a royalties non pagate… Scaduta è anche la convenzione con il presidio della sicurezza, per cui da ieri non c’è chi controlli l’impianto di climatizzazione o l’ascensore. E non è finita: domenica è seriamente a rischio l’apertura del museo. I custodi in servizio saranno 6, la soglia minima per garantire la sicurezza delle sale, le poche che comunque saranno accessibili, e i servizi necessari ai visitatori. Se qualcuno si ammalasse, la Galleria Borghese, con l’Apollo e Dafne di Bernini, il
Ritratto d’uomo di Antonello da Messina e poi Raffaello, Canova, Caravaggio, Tiziano, Veronese, Rubens, non potrebbe aprire.
Un altro collasso per il Polo museale romano, ancor più tragico della chiusura domenicale di Palazzo Barberini, dove almeno si è riusciti a mettere una toppa per il mese di agosto, consentendo in via eccezionale l’allungamento dello straordinario ai custodi e garantendo che almeno alcune sale siano aperte. Il problema, alla Galleria Borghese come a Palazzo Barberini, è lo stesso: mancano i custodi, gli straordinari sono stati ridotti dal 100 al 50 per cento e in periodi di ferie il sistema si paralizza, anche perché, denuncia qualcuno, il personale di vigilanza è mal distribuito fra tutti i musei romani.
Da tempo la Galleria Borghese è in sofferenza. Sono partite diverse segnalazioni sui rischi che la neve di quest’inverno ha prodotto. Alcune sale restano chiuse e alla cronica penuria di fondi si è aggiunto il fatto che sono saltate due mostre di arte contemporanea, quella di giugno e quella in programma a ottobre, mostre integralmente pagate da sponsor, con i soldi dei quali si riusciva comunque a pagare straordinari ai custodi per tenere aperto tutto il museo. Problemi burocratici, si è detto, autorizzazioni in ritardo: e gli sponsor sono fuggiti. Il ministero tace, impotente, proprio mentre annuncia per dicembre l’avvio dei restauri del Colosseo con i 25 milioni di Diego Della Valle. Da qualche giorno è insediata una nuova direttrice generale alla Valorizzazione, Anna Maria Buzzi, che ha preso il posto di Mario Resca. Ma ieri alla Galleria Borghese erano in visita i direttori della due principali case d’asta di Taiwan e di Hong Kong. Chissà  che impressione avranno ricavato dello stato in cui versa il nostro patrimonio d’arte.


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