E’ morto Martini, il vescovo del dialogo. “Ha rifiutato l’accanimento terapeutico”

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E’ morto a 85 anni il cardinale Carlo Maria Martini. La notizia del decesso è stata data personalmente dall’arcivescovo di Milano, Angelo Scola. Il decesso è avvenuto alle 15.45 a Gallarate, nel sonno, e la camera ardente sarà  allestita in Duomo dalle 12 di domani. I funerali saranno celebrati sempre in cattedrale lunedì alle 16. Le campane delle chiese della Diocesi di Milano hanno suonato a morto dopo la notizia. Dopo un’ultima crisi, cominciata a metà  agosto, il cardinale Martini non era più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all’ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico”, aveva spiegato poche ore prima del decesso il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni aveva in cura l’arcivescovo emerito di Milano. Papa Benedetto XVI era stato informato già  ieri sera sull’aggravamento delle condizioni di salute del cardinale. Il cardinale, che era stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, era da anni malato di Parkinson, una malattia che lo aveva costretto a ridurre sempre di più le sue uscite pubbliche. Dal 2008 viveva all’Aloisianum, la casa dei gesuiti a Gallarate (Varese). “Il cardinale Martini ha sempre dichiarato la sua malattia”, ricorda Pezzoli, responsabile del Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento degli Istituti clinici di perfezionamento (Icp) di Milano. Il neurologo, cofondatore e presidente dell’Associazione italiana parkinsoniani (Aip), ha seguito l’arcivescovo emerito “negli ultimi dieci anni” e l’ha visto “anche questa mattina”. Nel 2002 il cardinale Martini aveva scelto di vivere a Gerusalemme ed è tornato in Italia nel 2008 “per complicanze non necessariamente legate alla sua patologia. Va infatti considerata anche l’età  anagrafica”, precisa Pezzoli. “Fino al rientro in Italia le sue condizioni sono rimaste discrete, ma il cardinale ha cercato di vivere una vita normale fino all’ultimo, praticamente fino all’ultima crisi”. “Il cardinale non è più stato in grado di deglutire nulla – continua il neurologo – ed è stato sottoposto a terapia parenterale idratante. Ma non ha voluto alcun altro ausilio: né la peg, il tubicino per l’alimentazione artificiale che viene inserito nell’addome, né il sondino naso-gastrico. E’ rimasto lucido fino alle ultime ore e ha rifiutato tutto ciò che ritiene accanimento terapeutico”. La struttra che ha ospitato il cardinal Martini negli ultimi anni di vita è l’Aloisianum, un importante Istituto di studi filosofici gestito dai Gesuiti in cui il sacerdote in anni passati aveva studiato. L’ultimo piano del complesso è attrezzato per ospitare gesuiti anziani lungodegenti o con necessità  di cure. Il nome della struttura deriva da Aloisius (Luigi in latino) ed è dedicata a san Luigi Gonzaga. L’istituto è nato nel 1839 per ospitare un seminario degli aspiranti gesuiti, grazie a una generosa donazione della contessa Rosa Piantanida Bassetti Ottolini. Sorge alla periferia di Gallarate, nel rione Ronchi, un tempo proprietà  dei Bassetti. Il nucleo centrale dell’Aloisianum è costituito dal complesso universitario, fronteggiato da cedri del Libano e affiancato da biblioteca, sala convegni e refettorio. A occidente del complesso ci sono un un orto e un frutteto. Una fattoria è collegata al complesso e serve l’intera zona con prodotti ortofrutticoli e di allevamento.


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