E’ morto Angelo Di Carlo Veglia in piazza per non dimenticare
Proprio davanti alla Camera, scelta come luogo simbolo di una classe politica in cui non si riconosceva. Lui, che da anni lottava contro la precarietà , tirando avanti con lavori a chiamata. I carabinieri — sempre presenti sul posto per motivi di sicurezza — erano intervenuti e avevano spento le fiamme. Angelo era stato ricoverato con ustioni di secondo e terzo grado all’ospedale Sant’Eugenio dove ha lottato tra la vita e la morte. Fino a ieri mattina all’alba. Una vicenda tragica, quella di Angelo, che lascia un grande vuoto nei familiari, su tutti il figlio Andrea e gli amici dell’associazione ambientalista Clan-Destino a cui era iscritto dal 2002. QUELLO di Angelo è un gesto eclatante, sì, come eclatante era lui. «Lo chiamavamo Sgargiante, con la gi romana che non aveva mai perso — ricorda Michela Nanni, vicepresidente di Clan-Destino —, Sgargy abbreviato. Lui sdrammatizzava sempre. Ci guardava con il suo sorriso sornione dietro i baffi e ci stupiva sempre con i suoi striscioni originali o i suoi travestimenti». Da contaminato radioattivo per testimoniare la sua contrarietà al nucleare o imbavagliato in spiaggia per difendere la libertà di informazione, come si legge su internet in uno dei blog che ricorda Angelo. «Era sempre in prima fila» continua Nanni. E soprattutto combattivo. Quest’ultimo tratto del carattere ha lasciato esterrefatti quanti conoscevano Angelo di fronte al tragico gesto. «Non so che dire — dice Stefano Oronti, della lista civica DestinAzione Forlì, amico di Angelo —, non ce l’aspettavamo». In tanti commentano il gesto che ha fatto il giro di tutta Italia e che, come dice Michela Nanni, «speriamo smuova le coscienze, soprattutto dei politici». Un gesto che, come sottolineano gli amici di Angelo «non va relegato nel calderone dell’estremismo ma visto e analizzato in tutti i suoi significati. Angelo ha agito per indirizzare l’attenzione verso una difficoltà comune, non per protagonismo». Gli amici si stringono attorno alla famiglia, al figlio Andrea, grande tifoso del Forlì calcio. Proprio a lui è andato l’ultimo pensiero di Angelo in quel triste sabato di agosto di nove giorni fa. A lui era infatti indirizzato uno dei due biglietti che Di Carlo ha lasciato nello zainetto che portava con sè, insieme a 160 euro. Forse gli ultimi risparmi di un uomo che da tempo lottava contro la crisi. «Il suo gesto deve fare riflettere» chiudono gli amici che ieri sera alle 21 si sono ritrovati in cento in piazza Saffi, per salutare, in silenzio, il compagno di tante battaglie. Sono arrivati di fronte al municipio e hanno messo per terra due foto di Angelo. A fianco la scritta ‘Ciao Angelo’ ‘Sgargy’ con dei fogli bianchi e delle candele. Una per ogni lettera, per illuminare il ricordo di un amico. Milena Montefiori
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