by Editore | 28 Agosto 2012 14:26
BERLINO — Affrontare la crisi, rafforzare l’integrazione. Sono obiettivi ambiziosi quelli che Germania e Francia hanno indicato ieri a Berlino annunciando la creazione di un «gruppo di lavoro» che presenterà «posizioni comuni» al consiglio europeo di metà ottobre. Pochi giorni dopo il vertice tra Angela Merkel e Franà§ois Hollande, è toccato a Wolfgang Schà¤uble e a Pierre Moscovici battezzare quella che qualcuno, come Der Spiegel, ha già chiamato «una nuova alleanza». E quanto si possa avvicinare il linguaggio tra le due capitali lo dimostra anche il segnale arrivato dal ministro delle Finanze tedesco, che ha parlato della necessità di «una crescita vigorosa in Europa e nell’eurozona» per contrastare «l’indebolimento generale dello sviluppo economico». Musica per le orecchie del collega francese che è stato uno degli strateghi della conquista socialista dell’Eliseo. E non è improbabile che a Parigi, in cambio, si vogliano fare passi avanti verso il progetto di rafforzare l’unione politica, sostenuto insistentemente dalla cancelleria, e di un coordinamento più stretto delle discipline di bilancio dei membri del club europeo.
Ma al di là del futuro, è il presente che chiama, e anche sui dossier più urgenti, come la Grecia e la Spagna, è stato deciso di muoversi con una linea il più possibile unica. Il gruppo di lavoro sarà infatti chiamato a delineare una strategia sulle risposte da dare al governo di Atene, impegnato negli sforzi per scongiurare un’uscita dall’euro, e sul rifinanziamento della banche spagnole. A fianco di questo, la task force varata da Schà¤uble e Moscovici lavorerà , come ha precisato il ministro francese, «su questioni più strutturali, cioè nella direzione di una supervisione degli istituti di credito, dell’unione bancaria e dell’integrazione europea». La premessa di tutto questo, ha detto, è l’impegno per «la stabilità e l’integrità della zona euro».
Già nel maggio scorso, quando Hollande aveva fatto visita per la prima volta ad Angela Merkel, erano state promesse «proposte comuni» nonostante la lunga scia di tensioni provocata, nelle settimane precedenti, dalla scelta della cancelliera di schierarsi per la rielezione di Nicolas Sarkozy. Poi, le strade di Francia e Germania si sono allontanate, in particolare dopo lo «strappo» del consiglio europeo di fine giugno, quando la donna più potente del mondo si era trovata per la prima volta isolata. Ma il lavoro diplomatico di queste ultime settimane è stato intenso e ha preso le mosse dalla costatazione, condivisa nelle due capitali, che l’Europa non possa andare avanti senza un accordo, o almeno un compromesso tra Berlino e Parigi. «Discutiamo a lungo, per essere più vicini la volta successiva», era stato il commento di un collaboratore del presidente francese alla vigilia del vertice di giovedì scorso. Un incontro dominato dalla crisi greca, affrontata comunque da punti di vista sostanzialmente vicini.
Le prime conclusioni del «gruppo di lavoro» bilaterale dovrebbero essere pronte tra qualche settimana. In tempo, quindi, per mettere a punto una posizione comune franco-tedesca all’indomani della missione della troika Ue-Bce-Fmi, il cui rapporto dovrebbe essere pubblicato alla fine di settembre o all’inizio di ottobre. E sarà proprio a Schà¤uble e Moscovici che il ministro delle Finanze greco, Yannis Stournaras, dovrebbe presentare un piano per rinviare di due anni la scadenza degli interventi strutturali in grado di fare risparmiare al governo di Atene 11,5 miliardi di euro. È questo il nodo più delicato, anche perché da Berlino è arrivato più volte il no a qualsiasi slittamento del calendario delle riforme. Per quanto riguarda la Spagna, invece, Schà¤uble ha annunciato che i due governi «lavoreranno insieme molto strettamente» per arrivare in modo rapido al consolidamento del suo sistema bancario. Intanto, da Bruxelles si è saputo ieri che il governo di Madrid dovrebbe varare entro il 31 agosto il decreto per la riforma del sistema finanziario a cui sono legati gli aiuti europei, mentre il ministro dell’Economia Luis de Guindos ha fatto sapere che dovrebbero essere utilizzati circa 60 dei 100 miliardi offerti dai ministri delle Finanze dell’eurogruppo.
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