Cancellieri gioca in casa, niente fischi il 2 agosto

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Quel rito ieri ha raccolto circa 8 mila persone, la stima è delle forze dell’ordine. Non solo chi c’era e chi è sopravvissuto ma i padri e le madri con i loro figli quasi in un passaggio di testimone della memoria. 
Il Governo è tornato con il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che ha incassato la soddisfazione dei familiari delle vittime per le parole che ha speso nell’intervento in consiglio comunale. Di più: il ministro, che è stato commissario prefettizio in città  e in un certo senso giocava in casa, è stata accolta con simpatia durante il percorso del tradizionale corteo verso la stazione e sono partiti degli applausi quando è salita sul palco. 
Una notizia, visto che questa piazza ha sempre accolto con i fischi i rappresentanti del Governo, di centrodestra o centrosinistra.
Cancellieri nel suo intervento in consiglio comunale si è assunta un impegno preciso: per consentire che i familiari delle vittime non siano ostaggio di svariate interpretazioni della legge 206 sui risarcimenti, è pronta a nominare un commissario ad hoc. «C’è stato un indecoroso esibizionismo dei carnefici – ha detto – che ha prevaricato i diritti delle vittime». E poi ci sono i mandanti della strage, rimasti ignoti. «Ci sono molti interrogativi – ha aggiunto il ministro – che rimangono senza risposta e di fronte a questi non ci può essere nessuna porta chiusa. Io sono con voi pronta a percorrere tutte le strade che possono portarci alla verità . C’è una verità  giudiziaria, ci sono molti passi da fare per raggiungere una verità  storica senza alcun pregiudizio». Il ministro parla di verità  storica ma l’associazione spera che anche per i mandanti si possa arrivare a una verità  giudiziaria. Per questo mesi fa è stata depositata in Procura una memoria di 650 pagine che collega una serie di atti e testimonianze che sono emersi dai procedimenti giudiziari di altre stragi italiane come quella di piazza della Loggia e dell’Italicus. 
In corteo con i familiari delle vittime delle stragi, anche lui con la gerbera bianca che tradizionalmente è appuntata al petto, c’era anche il fratello del giudice Paolo Borsellino, Salvatore. Con la sua agenda rossa in mano ha accettato l’invito dell’associazione a venire a Bologna. Troppi ostacoli quando si arriva vicini alla verità , ha ricordato Borsellino pensando all’indagine sulla trattativa.
Dal palco della stazione il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi si è scagliato contro il deputato di Fli Enzo Raisi. Un attacco duro quando ha detto: «La sua attività  sembra focalizzata nel tentativo di riabilitare i neofascisti Mambro e Fioravanti, eppure il lauto stipendio che percepisce dovrebbe essere finalizzato a soddisfare gli interessi dei cittadini onesti». E poi: «Il suo squallido comportamento merita solo disprezzo». Raisi da Roma ha annunciato querela. I giorni precedenti all’anniversario hanno visto un crescendo di polemiche tra lui e Bolognesi. Il deputato rilancia la pista palestinese dietro la strage e, negli ultimi mesi ha acceso i riflettori su Mauro Di Vittorio: è una vittima della strage, un ragazzo di 24 anni che viene collegato da Raisi all’Autonomia operaia ma il fatto viene smentito dalla sorella e, l’altro ieri, da un irritato Daniele Pifano che a sua volta ha detto di voler denunciare Raisi. Paolo Bolognesi ha parlato anche di lui dal palco raccontando che dietro la sua presenza a Bologna non c’è nessun mistero: Di Vittorio voleva andare a Londra per cercare lavoro ma è stato respinto dalla polizia di frontiera britannica. Per questo si trovava lì mentre la famiglia lo credeva oltremanica, stava tornando a Roma. In ogni caso le circostanze che Raisi ha raccontato su Di Vittorio, i due ragazzi che andarono all’obitorio e quando lo videro scapparono, sono oggetto di approfondimento da parte della Procura che sta conducendo l’inchiesta sulla pista palestinese.


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