Balduzzi: “Non c’è spazio per i privati e basta tagli alla spesa per la salute”

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ROMA – Il governo Monti ha deciso di privatizzare la sanità , ministro Balduzzi?
«Fintanto che sarò io il ministro non ci sarà  privatizzazione della sanità . Del resto nel governo nessuno ha messo in discussione questa linea». 
Tuttavia il comunicato del consiglio dei ministri durato venerdì nove ore, è chiaro: parla di “creare nuovi spazi per le iniziative private attualmente bloccate da una presenza pubblica invadente” e fa l’esempio della sanità .
«Non ci mettiamo a interpretare un comunicato. Nove ore sono servite a discutere di cosa ciascun ministero può fare per la crescita, non ci sono stati dissapori. Anche se abbiamo idee diverse, non essendo competitor l’uno rispetto all’altro, non ci bisticciamo. La discussione è stata lunga forse perché siamo un po’ matti e appassionati…». 
Ministro, per la sanità  sono previste liberalizzazioni, ad esempio meno vincoli all’attività  privata dei medici del pubblico?
«La nostra linea di politica sanitaria è quella di confrontarsi con le corporazioni e le lobby ma di non farsene automaticamente condizionare. Liberalizzare è non sottostare alle volontà  protezionistiche delle categorie. Per quanto riguarda l’attività  cosiddetta intramoenia cioè quella libero-professionale dei medici che lavorano nel pubblico – che in alcune regioni non è stata regolata – puntiamo a creare trasparenza, un collegamento in rete con l’azienda sanitaria, così che non è importante dove la si fa, bensì che sia tracciabile, che non sia un modo per scavalcare le liste d’attesa, che si sappia quanti pazienti vedi, e il guadagno dei medici. Se questo è liberalizzare la sanità , bene la stiamo liberalizzando. Però il pubblico è regolatore». 
Insomma c’è un progetto di privatizzazione della sanità  o no?
«Ma siamo matti. Abbiamo una delle migliori sanità  del mondo, in cui il privato sta dentro le regole del servizio sanitario pubblico. Cosa vorrebbe dire aprire al privato: far pagare di più? O finanziarie in altro modo il servizio sanitario nazionale chiedendo ai cittadini più ricchi di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria? Il mio programma è un altro: che tutto sia nella massima trasparenza perché la si smetta di giocare alle spalle del servizio pubblico. Dopo di che, ci sono aperture al privato ma nel senso di partnership pubblico-privato nell’edilizia sanitaria, per esempio». 
Il nostro welfare sanitario è anche una voragine di soldi pubblici, con un record di disservizi soprattutto al Sud.
«Al tempo. La spesa pubblica italiana in sanità  è sotto la media europea, il sistema è stato in grado di tenere. Che ci siano sprechi e inefficienze è la ragione per cui abbiamo fatto la spending review e io l’ho appoggiata, e sono anche stato attaccato». 
E ci sarà  un’altra revisione della spesa per la sanità ?
«Non faremo un’altra spending review sulla sanità , ma dobbiamo pensare ad attuare quella che è stata fatta. La voragine poi è tale fino a un certo punto, non si può fare di tutti gli sprechi un fascio, questi vanno colpiti dove ci sono inefficienze, e ci sono anche nelle regioni virtuose come Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto, Marche e Umbria». 
Retrocederà  sulla tassa sulle bibite?
«E’ un’ipotesi. Non ne abbiamo parlato in Cdm. Non è la mia linea del Piave, però la trovo ragionevole: 3 centesimi in più a bottiglietta sono un segnale ai consumatori, alle mamme e ai papà  per un comportamento alimentare più idoneo. Ne ricaveremmo 250 milioni di euro, che non è una cifra irrilevante. Potrebbero essere destinati al fondo per le non autosufficienze o a livelli di assistenza essenziale» 
C’è molto nel decretone sulla sanità . Immagino che lei vorrebbe che il suo programma sanitario prosegua dopo le elezioni? 
«Il governo Monti ha aperto alcune linee, ha dato i binari che potranno essere percorsi dal prossimo governo. Siamo consapevoli dell’orizzonte temporalmente limitato del nostro esecutivo». 
E il suo impegno politico continuerà ?
«Questo poi si vedrà ».


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