Apple vince la causa contro Samsung maxi risarcimento da un miliardo di dollari

by Editore | 25 Agosto 2012 9:15

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NEW YORK â€” È la vendetta di Steve Jobs. A un anno esatto dal giorno più triste della Mela il tribunale della Silicon Valley ha stabilito che i sudcoreanni di Samsung hanno copiato la Apple. Un anno fa esatto l’inventore dell’iPhone e dell’iMac era costretto a lasciare a Tim Cook la guida della compagnia per colpa di quel male incurabile che ce l’avrebbe portato presitissimo via. E proprio ieri una giuria popolare di nove persone ha deciso che i telefonini Galaxy e Nexus — i più famosi e venduti prodotti Android — non sono altro che fotocopie degli ancora più famosi iPhone. Si salva soltanto il Galaxy Tab: il tablet no, solo questo non è prodotto a immagine e somiglianza dell’iPad. Non è soltanto una sentenza che costringe Samsung a sborsare i 1,05 miliardi di danni. Figuriamoci. Con i 12 miliardi di dollari guadagnati lo scorso anno (e i 14 miliardi di cash in banca) la multa non sarebbe, o quasi un problema per il colosso sudcoreano. In ballo c’è invece l’intero mercato plurimiliardario dei telefonini. E insieme ai produttori asiatici a rischiare grosso adesso è un’altra famosissima compagnia, ma americana: Google. È Google a produrre il sistema operativo Android che gira sui cellulari “fotocopiati” dai modelli Apple. È Google che adesso rischia non solo di vedere gravemente compromesso il suo business ma anche di rivedere l’intero modello di sviluppo e di design di cellulari & C. Sì, il prossimo obiettivo è proprio Big G: che Apple già  accusa di aver disegnato Android con in mente il sistema operativo della Mela, iOS. Naturalmente adesso i sudcoreani ricorreranno in appello. Ma l’altra sentenza, nei minuti immediatamente successivi, alla lettura della giuria di San Diego, l’ha già  espressa il tribunale che conta di più: Wall Street. Le azioni della Mela — la società  ormai più quotata del mondo, oltre 660 milioni di dollari — sono volate a 670 dollari. E appellarsi al giudizio del mercato è molto ma molto più difficile.
Ai giurati sono bastate 21 ore e 37 minuti per deliberare la complicatissima sentenza che gli esperti non prevedevano infatti che per la prossima settimana. Samsung è stata giudicata colpevole di aver infranto sei brevetti degli americani. Gli asiatici avevano replicato alle accuse dei
californiani — che avevano chiesto 2 miliardi e mezzo di danni — accusandoli a loro volta di altri infragimenti. Ma per il tribunale californiano la società  di Cupertino — che giocava quindi in casa — non ne ha violato nessuno.
Le “invenzioni” che Samsung avrebbe copiato dai rivali sono invece quelle legate alla funziona touch: la possibilità , per esempio, di ingrandire l’immagine sul telefonino toccando lo schermo. I sudcoreani avevano provato a ribattere ricostruendo quasi la storia dei cellulari: e rispolverando un modello, il Diamond Touch, risalente addiruttura al 2005, due anni prima della nascita dell’iPhone, che aveva alcune funzioni simili appunto allo zoom. Ma tra le prove che Apple ha portato al processo, durato più di un mese, c’era anche un lungo rapporto riservato: 132 pagine nelle quali i sudcoreani tessevano quasi l’elogio dei prodotti Apple — e invitavano i propri tecnici a seguire quella strada. “Samsung è sempre stato il più grande fan della Apple” aveva detto l’avvocato della Mela, Harold McElhinny. “Ha cercato di competere: e quando non ce l’ha fatta, ha copiato”.
Il tribunale gli ha dato ragione. E pensare che tra appena un mese i nipotini di Steve Jobs presenteranno il nuovo, attesissimo iPhone 5. È il primo che si discosterà  molto dai modelli precedenti: sarà  ancora più sottile e leggermente più grande. E soprattutto, dopo questa sentenza, a prova di copiatura: garantisce il tribunale.

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