Anche un posto d’oro per Giulia nel patto segreto Nagel-Ligresti
MILANO — Un ruolo di rilievo in una controllata estera di Mediobanca per Giulia Ligresti. Oltre ai quasi 45 milioni per il 30% di Premafin, un posto da manager per Paolo Ligresti in una società svizzera (ancora da scoprire), una buonuscita per la sorella Jonella e altre concessioni minori, nella lettera al centro dell’indagine del pm di Milano Luigi Orsi su Premafin- Fonsai, spunta un’altra concessione alla famiglia siciliana. Un posto di lavoro per la figlia secondogenita dell’imprenditore siciliano nella Compagnie
Monégasque de Banque, una società di private banking con sede a Montecarlo, di cui piazzetta Cuccia ha rilevato il controllo in varie fasi. E che dunque rivelerebbe un ruolo attivo da parte dell’ad Alberto Nagel nel cercare una buonuscita soddisfacente per i componenti della famiglia Ligresti in cambio del via libera all’operazione Unipol. E non soltanto «una presa di conoscenza dei desiderata della famiglia Ligresti ».
Il contenuto preciso della lettera non è noto nella sua interezza ma pare assodato che la presenza nell’elenco dei benefit di un incarico in Compagnie Monégasque de Banque per Giulia Ligresti — un’assunzione o una consulenza — venga considerata dagli investigatori un elemento importante, che può dare ulteriori sviluppi all’indagine. Elemento che si aggiunge a una
richiesta di sostegno economico a una onlus in Afghanistan, a una residenza all’interno della tenuta Cesarina, oltre ad autista e segretaria per l’ingegnere di Paternò.
Piazzetta Cuccia ha finora sempre smentito la firma di documenti (24 luglio scorso) o la stipula di accordi con la famiglia siciliana (comunicato del 27 luglio alla Consob). Il suo amministratore
delegato Alberto Nagel – indagato per ostacolo all’attività di vigilanza in concorso con Salvatore Ligresti proprio a causa della scoperta della lettera che potrebbe considerarsi un accordo segreto – ha a sua volta negato l’esistenza di intese occulte. Poi — dopo che le due paginette scritte a mano con la sua firma e quella dell’ingegnere Ligresti sono state
sequestrate dal pm Luigi Orsi — ha precisato di aver «siglato il foglio scritto da Jonella solo come presa di conoscenza di una serie di desiderata della famiglia», che non avrebbe comunque avuto potere di concretizzare. Una ricostruzione opposta a quella di Cristina Rossello, l’avvocato segretario del patto di sindacato di Mediobanca e custode del documento, che ha dichiarato in procura di aver ricevuto «mandato congiunto da Nagel e Ligresti». Con l’aggiunta che il banchiere la avrebbe incaricata «di verificare la possibile realizzazione di quelle clausole che sono indicate nel
documento».
A svelare l’esistenza del presunto accordo segreto era stata Jonella Ligresti, arrivata in procura insieme al suo avvocato Gianluigi Tizzoni, che difende anche l’ingegner Ligresti. Jonella ha fatto ascoltare agli investigatori la registrazione di un colloquio del 19 luglio con Rossello, in cui il segretario del patto di sindacato di Mediobanca confermava esplicitamente l’esistenza della lettera firmata da Nagel il 17 maggio. Un testo intitolato “Accordi tra la famiglia e Nagel, Pagliaro, Cimbri e Ghizzoni”, scritto con l’obbiettivo di mandare in porto l’operazione Unipol-Fonsai. Per questo motivo, nelle prossime settimane, anche i vertici di Unipol e Unicredit — estranei per ora all’inchiesta della procura milanese — potrebbero essere convocati in procura.
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