Agente orange, una prima bonifica

by Editore | 10 Agosto 2012 8:55

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L’Agente orange è probabilmente l’eredità  più velenosa della guerra condotta dagli Stati uniti in Vietnam nel secolo scorso. Un caso di guerra chimica: tra il 1962 e il 1970 l’aviazione Usa ha spruzzato quasi 75 milioni di litri di erbicidi sulle foreste tropicali e le mangrovie nel delta del Mekong e del Vietnam centrale. Era una miscela contenente triclorofenolo (indicato con la sigla 2,4,5-T), prodotto da Monsanto e Dow Chemical, due colossi della chimica americana: fu chiamato Agente Orange perché arrivava in Vietnam in fusti da 200 litri distinti da una striscia arancione. E arrivava proprio a Danang, sede di un’importante base aerea usata dagli Usa (all’avamposto settentrionale di quello che era allora il Vietnam del Sud): di là  partivano gli aerei che irroravano il defoliante.
La logica era «spogliare» la foresta per togliere ai combattenti vietcong i loro nascondigli. Circa il 10% del territorio del Vietnam centromeridionale fu irrorato, e milioni di vietnamiti respirarono quella roba che cadeva dal cielo, bevvero acqua contaminata. Non sapevano cosa fosse: vedevano le foglie ingiallire e cadere, e basta. Poi negli anni ’70 i soldati vietnamiti cominciarono a soffrire di cancro al fegato, malattie da immunodeficienza, diarrea, malaria resistente ai farmaci. Così i civili; si moltiplicavano aborti, nascite premature, bambini malformati o sofferenti di malattie terribili. 
Solo più tardi seppero cosa avevano respirato e mangiato. Il triclorofenolo ha come inevitabile sottoprodotto una sostanza dal nome complicato (2,3,7,8-tetraclorodibenso-p-diossina) abbreviata in Tcdd: è la più nociva delle diossine, ormai classificata come carcinogena, definita a ragione «la molecola più tossica mai sintetizzata dall’uomo». E’ sostanza persistente, chimicamente stabile, facilmente trasportata dal pulviscolo nell’atmosfera. Penetra nel suolo e nell’acqua; passa nelle piante, entra nella catena alimentare, si accumula nei tessuti umani, passa ai figli attraverso il latte materno.
Anche i soldati americani furono contaminati dall’Agente orange. Monsanto e Dow chemical finirono per pagare 180 milioni di dollari a oltre 20mila veterani. Altri milioni di dollari furono stanziati dal Pentagono; migliaia di veterani Usa hanno ricevuto risarcimenti e pensioni mensili per una serie di malattie, tumori e malformazioni riconducibili alla diossina. 
Alle vittime vietnamite invece Washington non ha mai riconosciuto alcun risarcimento. Eppure, il governo di Hanoi stima che l’Agente Orange abbia ucciso o menomato 400 mila persone e causato difetti in 500 mila bambini. L’eredita della diossina si manifesta ancora, a distanza di generazioni – senza contare che intere regioni lungo restano brulle, coperte da sottobosco dove una volta era una lussureggiante foresta tropicale. Il governo vietnamita non si poteva permettere grandi risarcimenti. Bisogna dire che Hanoi non ha insistito più di tanto sui risarcimenti, quando i due paesi hanni riallacciato le relazioni diplomatiche nel 1995. Nel 2007 l’Associazione vietnamita delle vittime dell’Agente orange ha tentato invano una causa legale verso le aziende produttrici del diserbante.
Ora il governo di Washington mette 41 milioni di dollari nella bonifica dell’aeroporto di Danang, che sarà  condotta da due aziende Usa con il ministero della difesa vietnamita. E’ un gesto «apprezzato», anche se «è un po’ in ritardo», ha detto ieri il vicepresidente dell’Associazione delle vittime, Tran Xuan Thu, alla Bbc: «Ma consideriamo la bonifica una questione separata dai risarcimenti». Le vittime vietnamite dell’Agente orange attendono ancora giustizia.

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