by Sergio Segio | 11 Luglio 2012 7:52
Tra la camera e il senato c’è una fila di undici decreti da convertire, con argomenti che variano dal terremoto agli italiani all’estero, dalla crescita alla sanità alle dismissioni e con scadenze che non vanno oltre la fine del mese venturo. Poi ci sono anche un paio di leggi delega. Deputati e senatori della strana maggioranza sono lì che votano. Dissentire non possono, perché altrimenti sale lo spread. Modificare neppure, perché piomba la questione di fiducia. Si va avanti così ed è interessante verificare – dal sito del ministro per i rapporti con il parlamento – come il governo abbia sempre avuto bisogno della fiducia sui suoi provvedimenti tranne che per la ratifica dei trattati internazionali o la proroga delle missioni militari.
Questo è lo stato dei rapporti di forza tra l’esecutivo e il parlamento oggi, questa è la condizione reale del Palazzo: dove la retorica anticasta disegna il centro del (malvagio) potere c’è invece un seggio elettorale permanente che può solo accendere la luce verde. Poi uno si domanda cosa abbiano in testa quelli che questa situazione vogliono perpetuare, e chiedono a Monti di restare a palazzo Chigi anche dopo le elezioni. O, peggio, quelli che vogliono riformare la Costituzione perché il governo ha troppo pochi poteri e dev’essere «rafforzato».
Naturalmente, i più impegnati in quest’opera di devastazione del potere legislativo sono proprio alcuni parlamentari. Quello che avviene a proposito di riforme istituzionali e legge elettorale lo dimostra. E non sempre sono i peggiori a fare danni. Per esempio, l’idea di sciogliere il dilemma della forma di governo chiamando i cittadini a un bel referendum sul semipresidenzialismo di antico sapore craxiano è un’idea del Pd. Democratica è anche un’altra trovata di genio, stavolta sulla legge elettorale. Il parlamento non decide? Male, anzi bene. Si può affidare ai cittadini il compito di scegliersi la legge elettorale con un referendum «deliberativo» (un altro) che metta in gara i vari sistemi: volete voi l’uninominale? il doppio turno? lo scorporo? preferite il metodo D’Hondt o quello Hare? Dopo di che il parlamento potrebbe anche chiudere per inutilità . Con dei difensori così non ha bisogno di altri nemici.
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2012/07/voti-a-perdere/
Copyright ©2024 Diritti Globali unless otherwise noted.