Un’Europa senza baricentro

by Editore | 8 Luglio 2012 15:18

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La violenta reazione tedesca fa sospettare la seconda ipotesi. Angela Merkel aveva tentato già  il giorno dopo di riaffermare il «no», in realtà  assente dal comunicato finale dell’incontro, a qualsiasi apertura. Poi ci hanno provato finlandesi e olandesi, rintuzzati da Barroso per scarsità  di peso specifico. Messa sotto accusa al Bundestag, il parlamento tedesco, dalla destra della sua coalizione per aver ceduto a Bruxelles, la Merkel ha riaffermato di aver difeso il principio che «non ci saranno interventi di sostegno senza condizionalità »; solo una mezza verità , perché non è deciso se debba essere stilato un nuovo accordo, o se basti la certificazione del rispetto degli accordi passati. L’altra questione indecisa è in che cosa consista l’intervento dei due fondi, il Fondo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria, FESF, e il Meccanismo Europeo di Stabilizzazione, MES, per stabilizzare i mercati, nel caso lo spread superi certe soglie. Molti hanno sostenuto che non è cambiato nulla rispetto a prima del summit, sia perché i due fondi erano già  intervenuti ad acquistare titoli già  emessi dagli Stati, sia perché i mezzi a disposizione sono limitati e, in parte, già  impegnati. Peraltro, tutti siamo d’accordo sul fatto che fondi ‘limitati’ non possono fermare la speculazione, che deve solo aspettare l’esaurimento dei fondi. Solo fondi ‘potenzialmente ‘illimitati’, possono farlo; e infatti Draghi, a Dicembre 2011, parlò di finanziamento ‘illimitato’ delle banche. Tutto vero. Però, primo, il MES eredita da un fondo precedente una caratteristica importante. Il MES, infatti, come dice l’art. 3 del trattato istitutivo, ha «il potere di raccogliere fondi con l’emissione di strumenti finanziari»; cioè non distribuisce semplicemente i mezzi versati dagli Stati, ma li può invece usare a garanzia di ulteriore raccolta. Il meccanismo disegnato era molto complesso, e non se ne è fatto praticamente nulla; ma la facoltà  rimane. Secondo, perché mai si menziona la Banca centrale europea, la Bce, come «agente» dei due fondi? Quando mai ne hanno avuto bisogno? Finora avevano distribuito fondi ai vari paesi senza che ci fosse alcun coinvolgimento ufficiale della Bce. Invece nel comunicato finale addirittura si esprime il «compiacimento» perché la Bce ha accettato il ruolo di «agente». Siccome è improbabile che abbiano svegliato Draghi alle tre di notte per chiederglielo, l’unica ipotesi è che sia stato lui, invece, dietro le quinte, a suggerirlo. Ma cosa vuol dire «agente»? L’agente, o broker, può acquistare titoli per conto di un «principale«, utilizzando un «margine»; cioè i fondi del principale servono a coprire le eventuali perdite, e in questo modo si mette in moto un effetto «leva». Il principale, quindi, compra più titoli dei fondi che ha a disposizione. Se il ruolo di agente non vuole dire questo, allora è stato completamente inutile menzionarlo con tanta enfasi, dedicandogli perfino un punto del comunicato. Che i fondi salvastati abbiano conti con la Bce, e ci lavorino quotidianamente, non può essere un fatto degno di menzione. Riepilogando. L’arma finale contro la speculazione è che la Bce possa agire come «prestatore di ultima istanza» anche rispetto ai debiti sovrani degli stati membri dell’euro. Ma a meno di catastrofi impellenti, questa soluzione è del tutto esclusa. Mario Draghi aveva trovato una sostituto debole di questo ruolo con le operazioni LTRO, di rifinanziamento ‘illimitato’ delle banche nel dicembre scorso. Ma, primo, la Germania iniziò nel Marzo un contrattacco a tutto campo per inibire ulteriori azioni di Draghi; secondo, il finanziamento a un ente privato per ricoprire funzioni pubbliche ha mostrato tutti i suoi limiti: le banche commerciali non sono disposte a sostenere eccessivi rischi caricandosi troppi titoli di paesi in bilico. Ci sarebbe un second best , un sostituto forte del prestatore di ultima istanza: la concessione al MES della licenza bancaria. Non si passerebbe più attraverso entità  private, e il MES potrebbe rifinanziarsi utilizzando le procedure già  esistenti. Ma anche questo è stato rifiutato dalla Merkel. Resta il third best , che è ancora indeciso se potrà  essere messo in grado di funzionare: la Bce come «agente» del MES. Ed è quello che è scritto nel comunicato; sapendo tutti che la Germania farà  l’impossibile per impedirlo. Ricordando però, anche, che sarà  Draghi a decidere il da farsi nel momento cruciale, e che le sue dichiarazioni sul rispetto dei Trattati, sono in aperta contraddizione con le sue azioni.

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